Benvenuto in una
pagina del sito mitidelmare.it. Se ti piace il modellismo navale, se vuoi vedere modelli realizzati da tanti appassionati, se vuoi qualche piccolo suggerimento costruttivo, comincia dalla home page. Buona navigazione! |
Evoluzione dei sommergibili, dal cavatappi ai missili balistici Articolo di Duilio Curradi pubblicato sulle Newsletter dei mesi di marzo e aprile 2021 |
|
contatta l'autore del sito |
L'eventuale riproduzione di immagini e testi deve essere autorizzata dall'autore e deve essere citata la fonte: dal sito www.mitidelmare.it |
Dal cavatappi
ai missili balistici L’evoluzione dei sommergibili negli ultimi due secoli |
Nel sito mitidelmare.it
c’è un ampio spazio dedicato ai profili delle navi. Il
loro scopo è quello di fornire, al Visitatore, una
panoramica del’evoluzione, nel tempo, della costruzione
navale. Anche questi profili sono organizzati secondo la
logica che governa tutto il sito, ovvero la suddivisione
dei natanti in dodici categorie che vanno dalle navi
dell’antichità ai sommergibili. In una precedente Newslettter avete trovato i profili che mostrano l’evoluzione delle navi da carico. Adesso vi voglio parlare dei sommergibili. Sul sito ho disegnato 177 profili che “raccontano” i primi tentativi di attacco in immersione, per arrivare fino ai moderni sottomarini a propulsione nucleare. |
Un altro strano mezzo
di attacco subacqueo è il sommergibile confederato
Hunley. Costruito nella città di Mobile, nel 1863,
effettuò la prima e unica missione il 17 febbraio 1864. |
Durante la guerra civile
americana riuscì ad affondare la pirofregata unionista
U.S.S. Housatonic, a 4 miglia dal porto di Charleston,
sotto assedio, facendo esplodere la grossa carica posta
all’estremità della lunga asta di 10 metri. Aveva un equipaggio di 8 uomini che assicuravano la propulsione agendo su delle manovelle. Questo sommergibile è stato riprodotto da Dino Dall’Asta ed è descritto sulla scheda: http://www.mitidelmare.it/Hunley_dd.html |
L’idea di attaccare le
navi nemiche raggiungendole rocedendo sotto la
superficie del mare era ormai lanciata. Negli anni successivi diverse marine militari svilupparono progetti sperimentali, più o meno funzionali. Solo nei primi anni del Ventesimo secolo i sommergibili cominciarono ad assumere forme e condizioni operative più credibili. Questo nuovo tipo di arma non godeva, però, di buona fama fra gli stati maggiori delle Marine Militari che avevano ancora una visione cavalleresca del duello in mare. Il sommergibile era considerato un mezzo sleale che non rispettava le regole del gioco. L’opera distruttiva era rivolta soprattutto verso il traffico mercantile violando quelle che erano, all’epoca, le regole del diritto di preda. La nave militare poteva fermare una nave nemica, ispezionarla e, se del caso, distruggerla. Ma doveva salvaguardare la vita umana. Tutto questo era impossibile per un sommergibile che diventò, presto, una componente rilevante in guella guerra totale che prevedeva la distruzione del nemico con qualsiasi mezzo. |
Furono sviluppati motori
Diesel più affidabili che sostituirono i vecchi
propulsori a vapore o a benzina. I sottomarini furono dotati anche di periscopi più efficienti e di un numero sempre maggiore di tubi lanciasiluri. Crebbero autonomia e velocità dei mezzi che non furono più considerati mezzi di difesa costiera ma veri e propri strumenti di attacco. Nel 1914, iniziata la prima guerra mondiale, gruppi di sommergibili tedeschi iniziarono operazioni di attacco. Dopo iniziali insuccessi riuscirono ad intercettare e affondare tre incrociatori corazzati inglesi. Affondarono anche una nave da carico. Questi risultati dimostrarono l’efficacia dei sommergibili e preoccuparono molto la Royal Navy. I tedeschi compresero che era questa la soluzione per rompere il blocco della navi inglesi alla Germania e bloccare i rifornimenti all’Inghilterra. Questa, però, utilizzava molte navi battenti bandiera di nazioni neutrali e, almeno in teoria, non attaccabili dai Tedeschi. Allora i tedeschi dichiararono “zona di guerra” tutte le aree circostanti l’Inghilterra ritenendosi, così, autorizzati ad affondare qualsiasi nave in quelle acque. Fu in questo contesto che, nel maggio 1915, l’U-20, comandato da Walter Schwieger, affondò il transatlantico Lusitania, provocando la morte di 1198 persone fra cui molti americani. La reazione dell’opinione pubblica internazionale fu molto dura. Il Kaiser, temendo l’entrata in guerra degli USA, fece sospendere gli attacchi in Atlantico e spostò la flotta sottomarina in Mediterraneo dove ostacolò, in maniera determinante, le operazioni inglesi su Gallipoli. In ogni caso, seppure con un ritardo deprecato da molti, gli Stati Uniti entrarono in guerra e cominciarono a fornire supporto agli inglesi con l’invio di cacciatorpediniere e rifornimenti. |
I mezzi di contrasto ai
sommergibili non erano molti. Fra questi vanno citati i campi minati, i cacciatorpediniere, le bombe di profondità e le navi civetta. Queste erano vecchie carrette camuffate che dovevano attirare i sommergibili che, ritenendo il bersaglio non meritevole dello spreco di un siluro, lo avvicinavano, in superficie, per distruggerlo con il cannone. L’equipaggio abbandonava la nave, inscenando anche incendi a bordo. Un efficiente equipaggio militare, nascosto a bordo, aspettava che il sommergibile fosse sufficientemente vicino, quindi demoliva rapidamente la mascheratura e scopriva micidiali cannoni che, sovente, riuscivano a distruggere il sommergibile attaccante. Però, dopo un po’, i comandanti tedeschi diventarono diffidenti e il giochino cominciò a non dare più grandi risultati. |
Fin qui abbiamo parlato
di sommergibili. Ovvero di navi che viaggiavano, di
norma, in superficie e si immergevano solo in caso di
attacco. Quando navigavano in suerficie utilizzavano
motori Diesel che, oltre ad assicurare la propulsione,
provvedevano alla ricarica delle batterie. In immersione
procedevano con l’uso di motori elettrici. Se volete salire a bordo di un U-Boot, naturalmente in maniera virtuale, potete guardare il breve filmato pubblicato nel canale video del sito mitidelmare.it. Mostra un battello ma, soprattutto, i locali più significativi grazie alle aperture praticate nello scafo. E' stato costruito da Sergio Galli, della Ass. Modellismo e Storia - DLF - Pontassieve. Visita a un U-Boot: https://www.youtube.com/watch?v=9j8iBQfIwLI |
Fino a questo punto
abbiamo raccontato l'evoluzione dei sommergibili, dai
primi tentativi di attacco in immersione ai sommergibili
del primo conflitto mondiale. Adesso vediamo cos’è
successo da allora fino ai nostri giorni. Il trattato di Versailles, sottoscritto dopo la prima guerra, vietava alla Germania di costruire sottomarini. Ciononostante le industrie Krupp, fornitrici di armi agli eserciti europei, spostarono produzione e tecnologie in altre sedi all’estero. In questo contesto furono costruiti anche componenti essenziali. Quando Hitler denunciò il trattato di Versailles la Germania riusci, in breve tempo, ad armare un primo gruppo di battelli. |
In breve tempo la flotta
sottomarina, posta sotto il comando dell’ammiraglio
Donitz, fu potenziata ed assediò efficacemente le
isole britanniche. Fra l’estate del 1940 e la
primavera del 1941, i mercantili affondati raggiunsero
la media di 8 navi distrutte per ogni sommergibile
operativo. Furono messe in atto delle contromisure come la formazione di convogli, ma le navi di scorta scarseggiavano. Fu realizzato l’Asdic, che non dette grandi risultati, come il radar aereo ancora imperfetto. Peraltro i Tedeschi avevano molte notizie sui carichi in partenza grazie all’ingenuità delle compagnie assicuratrici che non secretavano queste importanti informazioni. Questa leggerezza finì con la promulgazione dell’Espionage Act. Inoltre, dopo l’occupazione della Francia, gli U-Boot ebbero a disposizione comode basi sull’Atlantico che andavano da Brest a Bordeaux. Lo stesso Donitz trasferì il suo comando vicino a Lorient. La tattica operativa di Donitz consisteva nel suddividere l’Atlantico in tanti riquadri e sottoriquadri, contraddistinti da lettere e numeri. Un efficiente sistema di comunicazioni in codice permetteva di conoscere la posizione di ogni battello e concentrare le forze sull’obiettivo avvistato, di solito costituito da convogli. Nonostante gli sforzi dei cantieri tedeschi, però, il numero dei battelli in servizio non riuscì mai a raggiungere le quote volute da Donitz. D’altro canto gli equipaggi mostrarono abnegazione e preparazione tecnica che provocarono danni ingentissimi al nemico. Da parte inglese ci si sforzò di aumentare le scorte ai convogli, migliorare la formazione degli equipaggi, creare basi in Islanda per accrescere il raggio di azione degli aerei. Questi furono aumentati nel numero e dotati di radar più efficienti. Naturalmente ad ogni misura veniva contrapposta una contromisura. Ad esempio, quando i Tedeschi crarono un siluro a ricerca acustica, gli Inglesi dotarono le navi di un generatore di suoni interferenti. Quando gli aerei usavano il radar, i sommergibili ne rilevavano le onde e si immergevano. Per aumentare il raggio di azione dei sommergibili furono costruiti dei grossi sommergibili da rifornimento, chiamati “vacche da latte”. |
Nel dicembre 1941
entrarono in guerra gli Stati Uniti. Donitz mandò 5 battelli sulle coste americane dove affondarono, con grande facilità, oltre 200 mercantili in quanto non esistevano adeguate misure di protezione. Solo quando queste furono messe in atto la mattanza terminò. Una svolta importante si verificò quando, nel maggio 1941, fu catturato, quasi indenne, l’U-110. L’equipaggio fu costretto ad abbandonarlo e le cariche di autodistruzione non funzionarono. Questo permise il recupero di importante documentazione e, soprattutto, della macchina criptatrice “Enigma”. L’evento fu coperto dal più assoluto segreto. Gli Inglesi riuscirono ad interpretare i messaggi tedeschi. Ciò comportò una riduzione dei danni e la distruzione di molti battelli. La Marina tedesca, nel febbraio ‘42, modificò Enigma e adottò nuovi codici. Gli affondamenti ripresero ma i Tedeschi non considerarono mai la possibilità che i loro sistemi di codifica fossero stati scoperti. A fine ‘42 i nuovi codici furono nuovamente decodificati. Ma nel frattempo si resero disponibili gli aerei tipo Liberator modificati, in grado di coprire zone prima irraggiungibili, dotati di radar ancora più efficienti. Furono varate portaerei di scorta, con aerei Wildcat e Avenger, che coprirono zone di mare irraggiungibili da aerei con base a terra. Forono varate navi tipo Liberty e Victory che, costruite in grande serie compensavano ampiamente le perdite. |
Fin qui ho riportato
informazioni che riguardano, soprattutto, gli U-Boot
tedeschi. In effetti questi sommergibili hanno svolto un
ruolo particolarmente importante nel corso dell’ultimo
conflitto. Non bisogna dimenticare, però, le flotte di altre nazioni. Innanzi tutto l’Italia vantava, all’inizio della seconda guerra modiale, una flotta di tutto rispetto. Molti di questi battelli, purtroppo, andarono perduti e solo dopo molti anni, con la desecretazione di documenti, si seppe che venivano facilmente localizzati grazie alla decrittazione, da parte degli Alleati, delle comunicazioni. Si è scoperto, addirittura, che venivano emanati falsi ordini che erano vere e proprie trappole. Anche i sommergibili inglesi, soprattutto in Mediterraneo, provocarono molti danni ai convogli italiani diretti verso la Libia distruggendo materiali e truppe. |
Finita la seconda guerra
mondiale iniziò quel periodo di contrasto fra i Paesi
occidentali e l’Unione Sovietica, conosciuto come
“guerra fredda”. La costruzione di sommergibili continuò ma fecero la loro comparsa i “sottomarini”. Questi battelli, normalmente di grandi dimensioni, erano mossi da motori elettrici alimentati da un reattore nucleare. I sottomarini possono rimanere in immersione per tempi molto lunghi e possono percorrere fino a 350.000 miglia prima di dover sostituire il combustibile nucleare. Questi moderni sottomarini, oltre ad essere armati con siluri, possono imbarcare fino a 24 missili balistici armati con testate nucleari. Una considerazione finale. Quanta strada è stata fatta dal primo “cavatappi” che fallì il suo “attacco” di fronte ad un semplice rivestimento metallico della carena della nave attaccata. |
Modello di
un U-Boot sezionato |
Sottomarino
nucleare armato con 20 missili balistici |
Articoli
di approfondimento estratti dalle Newsletter del sito mitidelmare.it Chiedi che ti vengano spedite queste newsletter, che contengono tante altre informazioni utili, mandando una e-mail a duilio.curradi@mitidelmare.it Naturalmente sono gratuite. |
Le luci
dei rimorchiatori moderni Evoluzione delle navi mercantili da fine '800 ai nostri giorni Paquebot Normandie, incendio in sala macchine Sezione maestra di una nave del diciottesimo secolo Piroscafo Piemonte, arredato e illuminato Sezione della prua di una fregata del diciottesimo secolo Sezione della poppa di una fregata del diciottesimo secolo La propulsione navale Le caldaie marine Motrici alternative a vapore |