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Piroscafo Piemonte,
arredato e illuminato
Articolo di Duilio Curradi pubblicato sulla
Newsletter del mese di febbraio 2021


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Il modello del Piroscafo Piemonte arredato e illuminato ...finalmente


Si. E’ proprio il caso di dire “finalmente”.
Forse ci voleva il lockdown perché mi decidessi a completare questo modello secondo quelle che erano le intenzioni iniziali.
Vi racconto un po’ di storia di questo lavoro.
Qualche anno fa mi rivolsi alla Navigazione Lago Maggiore, ad Arona, per chiedere i disegni di quel bellissimo battello a ruote che solca tuttora le acque del Lago Maggiore allo scopo di realizzarne un modello.

L’Ufficio Tecnico fu estremamente gentile e disponibile. Mi raccontò la storia della nave, nata all’inizio del XX secolo come Regina Madre, con lo scafo nero, e successivamemente modificata fino a diventare il ramantico battello che vediamo oggi. Poi mise a mia disposizione l’intero archivio e la stessa nave che era ormeggiata in cantiere. Ottenni così i disegni necessari e una collezione di fotografie che illustravano i particolari esterni e i locali interni.
Nacque solo una discussione sulla posssibilità di riuscire a far navigare il modello, in scala 1:50, di una nave con un pescaggio così limitato e un volume di carena molto ridotto. Io raccolsi la sfida.


La costruzione del modello
Come mia abitudine ho costruito il modello con la tecnica delle ordinate e del fasciame. Poiché, fin dall’inizio, volevo realizzare anche l’arredamento interno, ho costruito i
ponti separati e smontabili.



Ho rispettato rigorosamente le dimensioni del progetto rifiutandomi di ricorrere al trucco di aumentare il volume di carena per guadagnare  un po’ di spinta.
Ho preferito realizzare una costruzione la più leggera possibile con una accurata distribuzione dei pesi.
La costruzione del modello si trova su: http://www.mitidelmare.it/Piroscafo_Piemonte.html



Le ruote a pale
La nave è mossa da due ruote a pale laterali azionate, nella realtà, da una motrice a vapore.
Nel modello ho montato due piccoli motori elettrici calettati in maniera solidale.
Su ogni ruota sono montate otto pale articolate. Le pale devono essere in grado di immergersi in posizione verticale rispetto alla superficie dell’acqua, fornire la spinta e uscire sempre verticalmente.
Se le pale fossero fissate rigidamente alla ruota la maggior parte dell’energia, anziché trasformarsi in lavoro utile, servirebbe per muovere inutilmente dell’acqua.
La costruzione di queste ruote si trova su: http://www.mitidelmare.it/Costruzione_ruote_a_pale.html

Qui ho trovato qualche difficoltà. Le ho dovute rifare tre volte. Però, alla fine, sono riuscito a costruire ruote di soli 35 grammi ciascuna, perfettamente funzionanti. La struttura delle ruote è in lamierino di ottone mentre le pale sono in alluminio. L’articolazione è ottenuta con tiranti montati su una ruota eccentrica rispetto all’asse principale. La taratura di tutti i componenti è stata particolarmente critica perché le pale devono operare correttamente sia a marcia avanti che a marcia indietro. Basta un piccolo difetto che, avviata la marcia indietro, dopo un po’, qualche pala birichina si capovolge e blocca tutto.

Le prove di navigazione
Completato il modello ho voluto vedere come si comportava “in navigazione”. L’ho portato a Corgeno, sul Lago di Comabbio, e il risultato è stato soddisfacente.
Se volete vedere il modello in acqua guardate il video: https://www.youtube.com/watch?v=903Rvcjatj4
Prima vedrete come sono state costruite le ruote e, verso la fine, potrete vedere le “prove di navigazione”. Certo bisogna stare attenti alla stabilità. Il modello è delicato e offre un’ampia superficie al vento. In piscina o in vasca va tutto bene. Nel lago bisogna stare attenti al moto ondoso e alla presenza di vento.




L’arredamento interno
La maggiore difficoltà da superare ha riguardato il peso dei componenti. Ho sfruttato tutti i possibili trucchi per ridurre al minimo il peso del materiale.
In particolare le strutture sono in legno e filo di ottone molto sottile.
I piani dei tavoli e le sedute, che in fotografia sembrano massicce, in realtà sono costituite da una sottilissima cornice sulla quale è incollato un piano di compensato di betulla da 0,4 mm.



Anche i vari componenti che costituiscono
la finitura esterna: maniche a vento, zattere e scialuppe di salvataggio, ecc., sono costruiti cercando la massima leggerezza.
E’ stata utilizzata della resina supportata con garza molto sottile, previa realizzazione di stampi in silicone.
Qeste quattro foto, in senso orario, mostrano:
- Il salone al ponte di coperta.
- Il salone al ponte superiore,
- Lo scalone e il salone prodiero,
- La timoneria



L’illuminazione del modello
Una nave, e naturalmente il suo modello navigante, devono essere dotati di luci.
Le luci fondamentali sono quelle “di navigazione” ovvero quelle luci che consentono di individuare la nave, le sue dimensioni e la direzione nella quale si muove rispetto all’osservatore. Questi fanali sono bianchi o colorati e sono visibili per ben determinati angoli.
Vedi fanali notturni su: http://www.mitidelmare.it/Fanali_notturni_delle_navi.html
Il modello del Piemonte è dotato di ampie vetrature che consentono una visuale completa degli interni. Per questo, oltre ad una accurata ricostruzione dell’arredamento, ho voluto risolvere al meglio il problema dell’illuminazione. Ho rifiutato l’idea di inserire delle semplici sorgenti luminose che dessero “luce” ai locali.
La nave è molto bella e anche le lampade interne sono di grande pregio. Ho cercato, nel limite del possibile, di riprodurle nel modello, ovviamente con la necessaria approssimazione.


Ho utilizzato dei microled. Si tratta di sorgenti luminose estremamente piccole presaldate all’estremità di fili sottilissimi.
Questo mi ha lasciato una discreta libertà creativa.
Nel salone principale, al ponte di coperta, ci sono delle lampade composte da due globi rivolti verso l’alto.
In quello superiore i “lampioni” sono fissati alla base dei finestroni.




Le lampade del salone principale le ho costruite infilando due microled in un pezzettino di guaina per filo elettrico e poi ho girato verso l’alto le due estremità luminose.
Per fare i “lampioni” del salone superiore e di quello prodiero ho tagliato, grazie a una sorta di dima fatta di tubetti coassiali saldati fra loro, dei pezzetti di filo di silicone nei quali ho praticato un foro esattamente al centro, poi ho infilato il led in questo foro.




In queste tre immagini si vede la dima e il taglio del filo, il foro centrale e l’inserimento del led.
Questo, dopo aver infilato i fili nel foro, va tirato delicatamente fino a portare la sorgente luminosa al centro del “tubetto”.


Dopo aver installato tutti gli “apparecchi di illuminazione”, mascherando accuratamente i fili, ho montato i ponti (tenuti insieme da viti e quindi separabili) e ho sistemato il sartiame. Adesso il modello è finito e, al buio, è particolarmente suggestivo.
Aspettiamo di poterlo riprovare in acqua.
In assetto di navigazione pesa 1780 grammi.



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Piroscafo Piemonte, arredato e illuminato