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Paquebot Normandie,
incendio in sala macchine
Articolo di Duilio Curradi pubblicato sulla
Newsletter del mese di dicembre 2020


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Sono tante le persone che conoscono questo grande modello del famoso ransatlantico francese Normandie.
E’ ben descritto nel sito www.mitidelmare.it e diversi video lo mostrano in navigazione o ne svelano i segreti. Il modello, in scala 1:100, è lungo 3 metri e 13 centimetri.
L’aspetto più interessante consiste nel fatto che il modello non solo è navigante, ma è in grado di eseguire tutte le manovre come la nave vera.

Salpa le ancore, emette fumo dalle ciminiere, è dotato di pompe d’acqua (uscita dalle mandate fuori bordo, dagli idranti, dalle cubie per lavare le catene delle ancore). Fischia e manovra le bandiere (bandiera di partenza, di pilota a bordo, bandiera nazionale per il saluto al pubblico). Lascia cadere in acqua un galleggiante per lato per simulare l’uomo a mare ed eseguire la conseguente manovra di recupero
(curva Williamson).
E’ dotato di quattro eliche che gli consentono un’ottima manovrabilità.
Quando si esibisce alle mostre, soprattutto se è disponibile una vasca di dimensioni adeguate, dà il meglio di sé e, a fine navigazione, il pubblico ha la sensazione di aver fatto una breve crociera.
Però, col tempo, mi sono accorto che stavo presentando qualcosa di troppo “didattico”. Interessante, sì, ma non proprio emozionante.
Ammirando i lavori degli amici dell’Associazione Modellismo e Storia di Pontassieve, che sanno organizzare una spettacolare “battaglia dei galeoni” con cannonate, incendi e affondamenti, ho cercato una “ciliegina” da mettere sul Normandie. Ecco cosa succede adesso:
Quando la nave ha finito l’esibizione e si accinge a rientrare, si sente una esplosione e rumori di incendio, campane d’allarme e i regolamentari fischi di incendio a bordo.
Contemporaneamente, dalla ciminiera centrale, esce una robusta fumata. Il tutto dovrebbe un po’ spaventare il pubblico.
Lo speaker annuncia che si è sviluppato un principio di incendio in sala macchine e che la nave, pur rimanendo in condizioni di sicurezza, ha chiesto assistenza.
A questo punto viene raggiunta da un rimorchiatore.
Il Comandante ordina il posto di manovra e il lancio del cavo di rimorchio. Dalla prua viene lanciato un cavo che verrà afferrato dal rimorchiatore che è provvisto di un apposito sistema di aggancio (Il tutto avviene con impulsi radio).
Alla fine la nave “rientrerà” ...ma a rimorchio.


Per ottenere questo effetto ho dovuto risolvere qualche problemino ma, alla fine, ce l’ho fatta.
Dovevo ottenere un buon effetto ma senza conseguenze per il modello che non doveva rimanere danneggiato né sporcato.
Avevo provato con un fumogeno rosso da stadio che, per fortuna, ho acceso prima in giardino e che, dopo aver visto l’effetto, mi sono guardato bene dal montare a bordo.
Faceva tanto fumo ed era veramente spettacolare però, mano a mano che esauriva la spinta, il fumo cominciava a depositarsi in basso e, se sotto ci fosse stato il modello sarei impazzito a ripulire tutti gli angoletti dove si sarebbe infilata la polverina rossa. Ho provato allora con il “fuoco finto”. Ho recuperato la girante di un aspirapolvere a batterie e sono riuscito ad ottenere un potente soffio di aria lungo la ciminiera dove avevo sistemato striscie rosse che andavano a sventolare simulando le fiamme. Ma non mi convinceva. Era troppo “finto”.
Finalmente ho trovato delle pastiglie fumogene in grado di generare una buona quantità di fumo.

In queste pagine descrivo la soluzione che ho adottato nella speranza di fornire qualche indicazione utile a chi volesse fare qualcosa di simile.
Il dispositivo che ho costruito è totalmente sicuro e innocuo per le persone e per il modello.
Io ho usato pastiglie bianche che, ho verificato, non lasciano alcun residuo.
Esistono anche di vari colori e mi riservo, in futuro, di provarle (...ma sempre prima in giardino).
Cominciamo dal pezzo principale, cioè dal forno. Il disegno a fianco ne mostra la sezione.
Uniche misure vincolanti erano le dimensioni delle pastiglie fumogene che hanno un diametro di 20 mm e uno spessore di 5 mm. Tenuto conto dello spazio a disposizione (il modello è molto grande) ho costruito un cilindro lungo 50 mm e con un diametro interno di 30 mm.
Sezione del forno fumogeno
1 - Corpo in alluminio del forno   2 - Tappo inferiore del forno   3 - Flangia di appoggio alla ciminiera
4 - Piastrina isolante per saldature    5 - Distanziatori per ventilazione combustione
6 - Tubetto ottone porta accenditore  7 - Accenditore a comando elettrico  8 - Fiammiferi per favorire l’accensione    9 - Piastrina fumogena    10 - Connettore    11 - Cavetto accenditore
12 - Cavo di collegamento all’impianto nave


Il cilindro l’ho costruito arrotolando del lamierino di alluminio, molto sottile, intorno ad un tubo del diametro che mi occorreva.
Attenzione. Questo componente andava montato in cima ad una ciminiera, cioè molto in alto e, nonostante il modello sia molto stabile, ogni accorgimento utile all’alleggerimento è senz’altro raccomandabile.
Superiormente il cilindro è fissato, con un innesto a baionetta, ad una flangia in legno che si adatta alla ciminiera. La possibilità di staccarlo facilmente ne favorisce, soprattutto, la pulizia. Nella parte inferiore il cilindro è chiuso da un “tappo” in legno con alcune caratteristiche particolari. E’ tenuto in posizione da una microvite, quindi è anch’esso smontabile.
Al centro c’è un tubetto di ottone del diametro interno di 6 mm che accoglie l’accenditore. Verso l’interno del cilindro c’è un lamierino con funzioni di barriera termica e, sopra, dei pezzetti di tubo, tagliati a metà, che servono per tenere sollevata la parte destinata alla combustione sia per protezione termica che per favorire il passaggio dell’aria comburente.
Sotto c’è una piastrina isolante e un connettore per i collegamenti elettrici.


L'immagine a sinistra mostra il forno montato.
Si notano chiaramente la flangia superiore con il passaggio (foro quadrato) dei fumi di scarico delle caldaie poppiere e i collegamenti elettrici: il cavo arancione dell’accenditore e quello che porta il segnale di accensione dall’impianto di bordo.

L’accenditore
L’emissione anomala di fumo, conseguente un incidente in sala macchine, deve avvenire al momento giusto in seguito ad un comando radio. Questo impone l’adozione di un accenditore elettrico comandabile a distanza. Ho trovato
questi dispositivi che funzionano con una alimentazionedi almeno 3 V.


Ho tagliato i fili alla misura a me utile e li ho predisposti per un rapido montaggio. Ovviamente sono monouso ma la loro sostituzione è rapidissima: si infilano perfettamente nel tubetto inferiore del forno e si collegano velocemente
all’apposito morsetto.


Accensione e generazione del fumo
Quando l’accenditore riceve l’impulso elettrico provoca una piccola fiammata.
Io, che cerco sempre di prevenire sorprese e malfunzionamenti, non mi sono fidato troppo del fatto che questa fiammata avviasse sempre, e in maniera certa, la combustione della pastiglia.
Allora ho costruito dei sottili dischetti di compensato sui quali ho incollato tre fiammiferi di legno.
Questo garantisce una sicura accensione.
Quando metto il modello in acqua, o comunque lo predispongo per una dimostrazione, collego il forno ad un piccolo connettore nascosto nella ciminiera e lo fisso in opera. Poi, con una pinzetta, inserisco prima il dischetto con i fiammiferi e, sopra, sistemo la piastrina fumogena.

E’ pacifico che mi assicuro che tutto sia posizionato correttamente.
Adesso la nave può “partire” e compiere tutte le manovre previste. Una manopolina sul radiocomando mi permette di attivare l’accenditore e iniziare lo “spettacolo” dell’incendio in Sala Maccchine.

Approfitto di questo spazio per raccontare cosa fa il modello del Normandie prima che scoppi l’incendio in Sala Macchine.

Il modello del Normandie è ormeggiato ad una banchina galleggiante (1).
Sull’albero di prua si notano la bandiera di cortesia (2) italiana perché stiamo operando in acque italiane.
Poco sotto si vede la bandiera “P” (3) che indica che la nave è in partenza.
Dalle ciminiere 1 e 2 comincia a uscire il fumo delle caldaie (4) - La ciminera 3 è finta e ospita il condizionatore.



Dai fianchi escono le mandate fuori bordo (5) ovvero l’acqua di circolazione dei condensatori e altri servizi. Lo speaker invita i visitatori a scendere a terra perché la nave è in partenza.
La bandiera “P” viene ammainata e viene issata la bandiera “H”
che indica che il pilota è salito a bordo.
La nave emette un fischio lungo, salpa le ancore (6) e gli ormeggiatori mollano le cime d’ormeggio. Dalle cubie (fori di passaggio delle catene delle ancore) esce acqua che lava le catene prima che entrino nei pozzi.


A questo punto inizia la navigazione, prima usando le sole eliche interne e poi anche quelle esterne. Ovviamente, secondo le situazioni, possono esserci variazioni a questi comandi perché potrebbe rendersi necessario sfruttare l’effetto evolutivo delle eliche. Il modello, sempreché si trovi in uno spazio adeguato, ad esempio una grande vasca, inizia la serie completa delle evoluzioni.
Innanzi tutto compie un “giro di parata” per mostrarsi al pubblico. Poi rallenta e si porta con la poppa verso il lato corto della vasca per eseguire il “Crash Stop”, ovvero l’arresto di emergenza di fronte ad un ostacolo improvviso.
Il modello porta le macchine a tutta forza e procede, a velocità crescente, fino a centro vasca. Poi emette tre fischi brevi che segnalano il “macchine indietro a tutta forza”. Il modello riesce a fermarsi in uno spazio molto breve come faceva la nave reale. Il vero Normandie, infatti, era dotato di propulsione turboelettrica ovvero le quattro eliche erano azionate da quattro motori elettrici da 40.000 Cv ciascuno. E’ interessante osservare l’acqua ribollire sotto la poppa.


Il modello esegue le “Esercitazioni Antincendio”: emette due fischi lunghi e aziona gli idranti di prua (7).
Poi compie la manovra di “Uomo a mare”. Dalle sovrastrutture cade un piccolo cilindro rosso (8) che, raggiunta l’acqua, si pone in verticale.Viene dato, alla voce, l’avviso di uomo a mare a dritta, o a sinistra (i galleggianti sono uno per lato).
La nave emette un fischio lungo e compie la manovra che è conosciuta come “Curva Williamson”.
Il timoniere accosta subito dal lato dal quale è caduto il naufrago per allontanare le eliche e cercare di evitare di “affettarlo”. La nave rallenta.

Quando l’angolo di rotta è variato di 60° il timoniere inverte completamente la barra fino a portarsi sulla rotta opposta a quella che stava seguendo al momento dell’incidente. In questo modo si dirigerà verso il punto esatto di caduta.
“Saluto al pubblico”. Il modello procede, a velocità ridotta, lungo il bordo della vasca dove si trova il pubblico. Emette tre fischi lunghi e ammaina la bandiera nazionale (9) che si trova sull’albero di poppa. Lo speaker chiede al pubblico di rispondere al saluto ...e di solito tutti si agitano e si sbracciano. Ecco che il modello emette un fischio lungo, di chiusura del saluto, e viene rimandata a riva la bandiera nazionale.
A questo punto la nave dovrebbe tornare in banchina ma è proprio qui che scoppia l’incendio a bordo descritto nelle pagine precedenti. Buon divertimento.


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