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Nel 2012, a cento anni dal naufragio del transatlantico Titanic, numerose iniziative hanno ricordato il tragico evento.
Il modello in scala 1:100, descritto in questo sito, è stato molto impegnato.

E' stato presente in diversi programmi televisivi, è stato esposto in numerose mostre, è stato utilizzato nella presentazione del libro "TITANIC" di Claudio Bossi.
Il quotidiano La Provincia di Varese, di domenica 20 maggio 2012, gli ha dedicato un'ampio spazio nella pagina della Cultura Varesina.
Qui sotto è riportato il fac-simile del testo dell'articolo.

E' possibile ingrandire le foto cliccando sulle miniature.






di SARA MAGNOLI
«Mi ricordo ancora la faccia del direttore di crociera della nave su cui mi stavo imbarcando per portare il modellino a Messina. Quella era la prima traversata in mare, di solito il modellino lo trasporto sul tetto dell'auto, nella sua scatola».
Il nome del "modellino" che Duilio Curradi, nato ad Ancona, cresciuto a Camogli dove si è diplomato all'istituto nautico Cristoforo Colombo, oggi "pensionato" a Varese dopo aver lavorato al Centro Comune di Ricerche di Ispra, lasciata l'esperienza di mare come ufficiale, stava trasportando e imbarcando sulla nave veloce Majestic, si chiama Titanic. Scala 1:100, lungo due metri sessantotto centimetri e otto millimetri. Chissà come sarebbe diventato il volto di quel direttore di crociera se avesse saputo che nel romanzo "Il naufragio del Titan" del 1898 di Morgan Robertson, che la storia "vuole" come uno dei segnali di "malaugurio" al transatlantico affondato al largo delle coste di Terranova per la collisione contro un iceberg nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 al suo viaggio inaugurale, si chiamava proprio Majestic la nave che vi andò in soccorso.
Particolare su cui Duilio Curradi preferì soprassedere. «Era anche appena uscito il film di James Cameron...», aggiunge.
Il "suo" Titanic l'ha costruito pezzo per pezzo. «Fra ricerche, costruzione, rifiniture ci ho impiegato circa ottomila ore nell'arco di dieci anni», specifica. Modelli di nave ne ha sempre costruiti, fin da quando, a dieci anni, aveva tentato di riprodurre un battello che aveva visto costruire nel porto di Camogli. E la passione non l'ha abbandonato più. Oggi è anche vicepresidente dell'Anvo, l'Associazione Navimodellisti Valle Olona di Castellanza
«Quella di costruire un modellino del Titanic - racconta - è stata un po' una sfida. Nel 1986 sono iniziate a circolare le prime foto del relitto, dopo le scoperte e le localizzazioni di Robert Ballard». Curradi lavorava a Ispra e i suoi colleghi hanno iniziato a istigarlo proprio sulla costruzione di un modellino del transatlantico. «Inizialmente non ci pensavo neanche - ricorda Curradi - ma alla fine ho deciso di provarci. Ho avuto fortuna: ho conosciuto un ragazzo appassionato del Titanic che mi ha aiutato a trovare foto e disegni. La difficoltà è stata la mancanza del piano di costruzione, che è fondamentale. Ma ho iniziato a costruire».
E poi un susseguirsi di informazioni preziose, di un lavoro "certosino" che lo ha portato, attraverso libri "introvabili", a trovare tutti quei tredici, forse quattordici stili diversi con cui erano arredate le cabine del Titanic. «E qui - specifica - è stato prezioso l'aiuto di un arredatore, perché tutte le foto erano in bianco e nero». Il Titanic di Curradi è completamente arredato all'interno. «Mi chiedevano tutti di mostrare gli interni - spiega - ed era un continuo aprirlo. Poi, l'ho chiuso definitivamente». Per motivi tecnici. Ma non solo. «Mi accorgevo - confida - che realizzando locale per locale rivivevo la storia, l'esperienza drammatica dei passeggeri del Titanic. E riaprirlo era un po' come dissacrarlo». Ma prima della chiusura, ne ha fotografato tutti gli interni. Dalle suites alla palestra, dalla sala fumatori al ristorante.
In occasione dell'ottantesimo dal naufragio, a Curradi e al suo Titanic in divenire arrivò Mino Damato, che li invitò alla sua trasmissione. Allora si apriva ancora. «Un amico - ricorda divertito Curradi - mi disse che la sera dopo ero su "blob". Accostavano il mio gesto di aprire il modellino del Titanic a quello di un chirurgo che operava aprendo scatole craniche...». Quel modellino è stato ospite di Cecchi Paone, Alberto Angela, Vespa, e protagonista di documentari.
È statico, in acqua non ci va. Diversamente da altri modelli di navi realizzati da Curradi, come quello del Normandie. Ora sta costruendo in scala 1:50 il modello del piroscafo Piemonte di proprietà della Navigazione Lago Maggiore. «Sono stati disponibilissimi - racconta - mi hanno messo a disposizione disegni, archivio, lo stesso battello per i rilievi fotografici: il Piemonte è ancora in servizio ed è ormeggiato ad Arona».
E già sogna di costruire «un rimorchiatore di quelli vecchi». Tutto quello che ha fatto è in un sito, www.mitidelmare.it. Il suo Titanic è appena tornato da Lugano. Sarà presto a Trino Vercellese. È stato recentemente a Oggiona con Santo Stefano ad affiancare un'altra "perla" che ha nella provincia di Varese un'eccellenza: la presentazione del libro "Titanic" di Claudio Bossi, uno dei più qualificati esperti del famoso transatlantico. Un libro che della nave va a indagare e spiegare misteri, storie, leggende, superstizioni. Racconti e ricerche che nel sito www.titanicdiclaudiobossi.com sono passaggio obbligato per chi del Titanic vuole sapere.
E che, nel libro, collegano il Titanic anche alla nostra provincia, ad Arcisate, dove nacque Emilio Portaluppi, uno dei sopravvissuti al naufragio. Che festeggiava lo scampato pericolo come una rinascita, al punto da "togliersi" trent’anni. Che aveva mangiato a bordo gli "spaghetti alla Titanic". Che ogni volta aggiungeva particolari ai suoi ricordi.