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Ariete (ex Belier)
Rimorchiatore d'alto mare
costruzione (in corso) di un
modello navigante r/c

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Costruttore:   Duilio Curradi
Periodo: 1946          Scala  1:100
Questa scheda è stata preparata con il materiale fornito dal Costruttore del modello.
Eventuali riproduzioni sono possibili solo con l'autorizzazione del Costruttore



Il modello di questo rimorchiatore viene costruito utilizzando i disegni originali del rimorchiatore d'alto mare "Belier" della Marina Militare francese.
Essendo destinato ad entrare nella flotta A.N.V.O. - Associazione Navimodellisti Valle Olona di Castellanza, il modello abbandonerà la livrea militare grigia e assumerà i colori tradizionali di un rimorchiatore civile, ovvero scafo nero, carena rossa e sovrastrutture bianche.
Il modello batterà bandiera italiana e sulla ciminiera porterà il logo della flotta "Valle Olona".
Sarà "registrato nel compartimento marittimo di Castellanza, sede dell'A.N.V.O."

Dotato di due eliche sarà navigante e radiocomandato.
Grazie al materiale informativo disponibile presso la sede dell''A.N.V.O. è stato recuperato l'intero progetto originale della nave e trovate informazioni storiche assai interessanti.
Il rimorchiatore fu impostato nel 1943.
La costruzione subì notevoli ritardi e il varo avvenne solo nel gennaio del 1946.
Dopo il varo rimase ormeggiato a Nantes e nel 1950 fu rimorchiato a Brest dove fu completato. Entrò in servizio nel 1953 e fu destinato alla flotta di Tolone.
Effettuò numerose missioni. Nel 1956 partecipò  all'operazione Musketeer per l'occupazione di Suez. Nel 1965 rimorchiò, da Cherburg a Tolone la sezione del primo sommergibile nucleare francese.
Nel 1976 fu radiato dal servizio e destinato alla funzione di bersaglio.
Affondò nello stesso anno.


Se avrete la pazienza di seguirmi vi racconterò, attraverso questa pagina, la costruzione "passo passo"
Perché ho scelto questa nave.
Innanzi tutto volevo costruire un modello di dimensioni ridotte.
Dovendo portare in giro i due colossi (Titanic e Normandie), con relative attrezzature, in macchina restava poso spazio.
Poi desideravo, da tempo, costruire il modello di un rimorchiatore "tradizionale" e in scala 1:100, che è la scala che mi piace di più. Per questo cercavo una nave relativamente grande. I rimorchiatori di questo tipo hanno, in genere, una lunghezza di circa 35 metri, e in 35 cm ci sta poca roba. Io vorrei fare un modello navigante e in grado di fare un po' di cosette.
Ritengo quindi questo rimorchiatore, lungo 51 metri, adatto al mio scopo.


Caratteristiche principali:
Lunghezza f.t.                  51,092 m
Larghezza fuori ordinate      9,4  m
Dislocamento                      900 Tonn
Propulsione:
2 motrici alternative a vapore
Potenza 2000 Cv      Velocità 11 nodi

Sono partito dal piano di costruzione e, come prima operazione, ho elaborato i profili delle ordinate utilizzando un programma di grafica. Questo mi ha facilitato le cose e mi ha consentito di raggiungere una notevole precisione.
In passato, come in genere fanno molti modellisti, utilizzavo la carta per lucidi, ricalcavo mezzo profilo, lo riportavo sul compensato e, dopo averlo capovolto, tracciavo l'alta parte. Ha sempre funzionato ma così è stato più facile e accurato.
Poi ho stampato i disegni su etichette autoadesive di formato A4.
Ho ritagliato ogni disegno e l'ho appiccicato sul compensato di betulla da 3 mm di spessore.
Con un segnetto elettrico, e con molta attenzione, ho ritagliato tutti i pezzi.
Come si vede dalla foto a fianco non mi sono limitato a tracciare solo il profilo esterno delle ordinate, ma le ho disegnate completamente secondo le esigenze della costruzione del modello. Inoltre ho disegnato la chiglia con i dritti di prora e di poppa.


Un passaggio molto importante consiste nel montare la struttura interna dello scafo.
L'allineamento deve essere perfetto per evitare di ritrovarsi una nave tutta storta.
La soluzione è molto semplice. Si prepara una sorta di "scalo di montaggio" composto da una tavola sulla quale si fissano due pezzi di compensato nei quali sono stati ricavati gli incastri nei quali "infilare" le ordinate con i bagli rivolti verso il basso (foto a sinistra).
Bisogna ricordarsi di praticare, sui bagli, dei piccoli incavi che si andranno a incastrare sui pezzi di compensato. Poi si monta la chiglia.
Per mantenere il tutto perfettamente in posizione è opportuno fissare i vari pezzi utilizzando cordelline ed elastici come suggerito dalla foto di destra.


Dopo aver incollato la chiglia alle ordinate bisogna fissare dei listelli longitudinali che concorrono a fornire robustezza alla nostra "gabbia". Sono una sorta di "trincarini" (foto a sinistra).
Quando tutto è montato si può staccare la struttura dallo scalo e là dove i bagli avevano gli incastri di inserimento sui due compensati dello scalo, si possono inserire altri due listelli longitudinali.
A questo punto possiamo montare il fasciame. In questo caso, potendo disporre di una struttura molto precisa, ho utilizzato strisce di compensato di betulla di un solo millimetro di spessore (non resta molto da "grattare" in caso di eccessivi difetti).
Nelle parti stellate di prua e di poppa conviene utilizzare legno pieno (ad esempio ritagli del compensato usato per le ordinate) e sagomarlo opportunamente.


Una ulteriore operazione, che ha lo scopo di aumentare la robustezza e assicurare l'impermeabilitò dello scafo, è la "resinatura".
Io uso resina epossidica a due componenti applicata a pennello e delle semplici strisce di garza (ricavate dalle economicissime compresse 10x10 cm). 
Io ritengo sufficiente applicarla solo internamente (foto a sinistra).
Attenzione. E' molto importante costruire in maniera "leggera" compatibilmente con la robustezza. Questo permetterà di portare la nave al pescaggio previsto aggiungendo zavorra in basso con il risultato di aumentare la stabilità del nostro modello. Stuccato e rifinito l'esterno dello scafo, con successivi passaggi, si può applicare una prima mano di verniciatura.


L'impavesata è stata costruita applicando prima una striscia di compensato di betulla da 0,4 mm sormontata, poi, da alluminio da 0,5 mm. In questo caso ho usato colla a due componenti.
Sono stati costruiti i bracci portaelica composti da un astuccio e da un supporto più a poppa.
L'astuccio, che deve assicurare la tenuta all'acqua, è composto da un tubetto di ottone di diametro interno da 0,5  mm (l'asse ha un diametro di 0,4 mm) alle cui estremità sono saldati due brevi tratti di tubo 4/5 mm. L'intercapedine che rimane all'interno viene riempita di grasso.
Gli assi sono di ottone e hanno un diametro di 4 mm. La parte visibile esternamente è stata tornita in modo da assumere la forma degli assi della nave vera.
Le due eliche sono in ottone, destrorsa a Dritta e sinistrorsa a Sinistra.


Adesso lo scafo, seppure ancora molto grezzo, è sostanzialmente finito nelle sue parti principali.
Possiamo comiciare a dedicarci alla coperta.
Questa nave ha una coperta (zona poppiera) e un castello di prua.
La foto a sinistra mostra le due parti principali della coperta nelle quali sono stati già praticati i fori sopra la sala macchine e sotto la sovrastruttura principale.
Queste strutture, poste in alto, devono essere molto leggere per non influire negativamente sulla stabilità orizzontale della nave (vedi galleggiamento dei modelli dei modelli navali). Io costruisco dei leggeri telai in compensato e li rivesto di alluminio dello spessore di 0,3 mm. Il tutto incollato con colla a due componenti.



Questa foto a sinistra, come quella sopra a destra, mostrano i componenti principali montati. Sono tutti avvitati in modo da poter facilmente intervenire all'interno nel modello quando sarà finito.
Un accorgimento particolare è stato dedicato al boccaporto sopra la sala macchine che è reso facilmente apribile da quattro apposite levette. Anche l'osteriggio e asportabile perché, al di sotto, saranno posizionati gli interruttori dei circuiti elettrici.
Nell'immagine a destra si vede l'interno dello scafo che è stato pitturato di bianco.
Il motore è stato dotato di un sistema a ingranaggi che ha lo scopo di ridurre il numero di giri e consentire l'azionamento simultaneo di entrambe le eliche. Il comando del timone ha richiesto una struttura particolare a causa del poco spazio a disposizione.


Il motore, la batteria ed il servo del timone sono sistemati nella parte poppiera dell'imbarcazione

La foto a sinistra mostra, in primo piano, il timone già collegato al sistema di comando.
In coperta si vedono le gru delle scialuppe, il cofano sopra le caldaie e la ciminiera.
La foto a destra mostra l'ulteriore sviluppo della sovrastrutture.
In particolare si nota l'applicazione degli oblò e delle colonne che, nella nave originale, sostenevano le piazzole dei cannoncini. In questa versione le due colonne assolveranno il compito di portare acqua ai due idranti che saranno montati in controplancia.
Gli oblò sono autocostruiti secondo la tecnica illustrata i questo sito.



Il modello comincia a "prendere colore". Fatta una prima sistemazione della zona poppiera il piccolo rimorchiatore Ariete, nei giorni del 5 e 6 maggio 2018, fa la sua prima apparizione pubblica partecipando all'edizione 2018 di Volandia Model Games.

Successivamente vengono completati i componenti maggiori e costruiti quelli minori.
Ogni elemento sarà fissato in opera attraverso microviti o spine metalliche, normalmente non visibili. Questo faciliterà le successive manutenzioni in quanto il modello, essendo navigante e destinato a sopportare sollecitazioni importanti, ne avrà costante bisogno.
Nella foto a destra una panoramica prima del montaggio.



Il modello è stato completato e montato (la foto a sinistra lo mostra davanti al contenitore per la conservazione e il trasporto).
Sono state effettuate le prime prove di galleggiamento, di stabilità e di navigazione. Nel complesso il modello si è comportato in maniera soddisfacente ma questo rimorchiatore non si deve limitare a percorrere specchi d'acqua.
Deve intervenire in effettive operazioni di rimorchio. In particolare dovrà assistere il grande modello del Normandie.
Per questa ragione la sua stabilità non è ancora adeguata a questo compito.
Il modello verrà perciò sottoposto ad una serie di modifiche e aggiustamenti che porteranno ad una revisisone dei pesi e della loro distribuzione a bordo in modo da ottenere un aumento dell'altezza metacentrica.
(Vedi Galleggiabilità dei modelli - Stabilità trasversale)



La costruzione continua
 nuove immagini verranno pubblicate in questa pagina
appena disponibili