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Oblò autocostruiti
Ecco come costruisco gli oblò per i miei modelli
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Tutte le navi, soprattutto quello più recenti, montano degli oblò.
Ce ne sono di tanti tipi e di tante dimensioni. In commercio se ne trovano di già fatti ma non sempre riescono a soddisfare le esigenze del modellista. Quando poi un modellista  è un po' maniaco come me, che le cose preferisco farle inventando qualche soluzione possibilmente semplice, ecco che bisogna riuscire ad arrangiarsi (non posseggo un tornio e non ho nessuna intenzione di comprarlo).
Non va neppure trascurato il costo, soprattutto quando si vuole costruire una nave che di oblò ne monta diverse centinaia.
Adesso vi racconto come costruisco quelli che monto sui miei modelli.

Io ricavo i miei oblò dai tubetti di ottone, di vario diametro, facilmente reperibili nei negozi di modellismo e dal filo di ottone del diametro di 0,6 mm che si trova nei negozi di ferramenta.
I vetri li ricavo da fogli di acetato dello spessore di 1 mm.

Comincio con il
prendere un pezzo di truciolato e pratico una serie di fori di diametro corrispondente ai tubi che andrò ad utilizzare.
Poi faccio una spirale di filo di ottone dalla quale taglio tanti piccoli anellini che vado a saldare all'estremità del tubo che sporge, appena, dal pezzo di truciolato.

E' meglio farne delle piccole serie, ad esempio quattro o sei per volta.
Ciò sveltisce il lavoro e facilita l'operazione di sgrossatura che si vede nella foto a sinistra.
La lima che si vede è abbastanza grossa
ma l'importante è tenere la mano leggera. Un colpo maldestro potrebbe far sparire tutto. Bisogna stare attenti a lisciare la superficie quanto basta perché l'anello saldato assuma l'aspetto di una flangia.
Poi si sfilano i tubi e, con una lima più piccola, si rifinisce l'esterno sotto la flangia come mostra la foto a destra.


Con una lima mezzo tonda o con un codino di topo si finisce l'interno dell'oblò (foto a sinistra), proprio là dove si dovrà incastrare il dischetto di acetato che assolverà la funzione del vetro. Qui bisogna stare attenti perché gli oblò che, nei modelli naviganti, sono sistemati nella scafo, soprattutto nei ponti inferiori, devono essere perfettamente stagni.
Una leggera svasatura verso l'esterno faciliterà l'inserimento e l'incastro.
Poi, con della tela smeriglio si completa la finitura esterna come mostra la fotografia a destra.


Utilizzando una dima montata sul seghetto elettrico da traforo (foto a sinistra) taglio il tubetto un po' più lungo di quella che sarà la misura definitiva dell'oblò. 
Nella foto a destra si vede la parte metallica di un buon numero di oblò già pronti per la finitura definitiva.
L'ultima operazione che riguarda la parte metallica consiste nel far diventare gli oblò tutti di uguale lunghezza. Ciò si ottiene facilmente con una dima forata di legno, protetta da metallo, dello spessore voluto.

L'ultima operazione consiste nel dotare l'oblò di vetro. Ovvero inserirvi, come già detto, un piccolo disco di acetato.
Prima di tutto bisogna costruire una fustella. Io prendo un pezzetto del tubo che ho usato per fare l'oblò. Lo inserisco nel trapano, montato orizzontalmente, e, mentre gira, con un codino di topo lo svaso dall'interno verso l'esterno. Poi, con una lima piatta fine, lo limo esternamente verso l'estremità. In questo modo l'estremità del tubetto diventa tagliente. Non solo, il diametro del "taglio" sarà leggermente superiore al diametro interno dell'oblò.
Poi fisso un pezzo di acetato da 1 mm di spessore ad un pezzo di legno (va benissimo un ritaglio di compensato di pioppo da 5 mm).
Avvicino l'acetato alla fustella che sta ruotando nel trapano e "zac", viene ritagliato un perfetto dischetto che si andrà ad incastrare, forzando un po', all'interno dell'oblò.
E' consigliabile estrarre ogni singolo dischetto ogni volta tagliato altrimenti si impasta tutto.
Fin qui ho raccontato come costruisco un oblò "normale". Ma, in molti casi, gli oblò sono un po' particolari. Ad esempio possono essere dotati di riparo superiore oppure hanno dei riporti interni che rendono la "luce" tendente alla forma rettangolare.
Nel primo caso ho tagliato delle striscioline di lamiera di ottone molto sottile (carta di Spagna) e ne ho fatto una spirale dalla quale ho ricavato dei semicerchi che, con molta cura, ho saldato esternamente alla flangia dell'oblò.
Nel secondo caso ho praticato due piccoli tagli sul tubo, dietro la flangia, e vi ho inserito dei pezzetti di lamiera che ho saldato accuratamente. Poi ho limato via, dall'esterno, il materiale eccedente e il disco di acetato l'ho infilato dall'interno.
Questa è la mia "trovata".
Poi ciascuno saprà realizzare i propri particolari al meglio in modo da soddisfare le proprie esigenze.


Buon lavoro e buon divertimento  -  Duilio Curradi