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R.M.S. Titanic
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Articolo
pubblicato dal trimestrale di scienza e tecnica Dicembre 2006 - Febbraio 2007 L'HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA |
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Royal
Mail Steamer Titanic - La storia di una nave,
la storia di un modello
La
storia del Titanic è già stata raccontata in tutti i modi
ma questa volta proviamo a darle un finale diverso. Non tanto per il
tragico naufragio, quanto per la nascita di un modello un po'
particolare.
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A
metà degli anni Ottanta tutti i giornali hanno pubblicato la
notizia del ritrovamento del relitto di questo sfortunato
transatlantico. Da qui l'idea di realizzarne il modello. Dapprima un po' perplesso per le dimensioni, la complessità, la difficoltà di trovare le informazioni, mi sono poi lanciato nell'impresa contando su qualche colpo di fortuna che, alla fine, devo riconoscere che non è mancato. Ho deciso di fare un modello statico ma di completarlo con la realizzazione di tutti i locali dei quattro ponti superiori, completamente |
arredati. In questo modo ho avuto la
sensazione di "vivere" la nave. Cominciamo dall'inizio Nei primi anni del Ventesimo secolo si erano fortemente sviluppati i traffici fra le due sponde dell'Atlantico e i collegamenti navali avevano assunto grande importanza. Molte Compagnie di navigazione si contendevano questo remunerativo mercato. L'inglese Cunard Line mise in servizio il Mauretania ed il Lusitania. La concorrente White Star Line decise di costruire l'Olympic ed il Titanic, due grandi transatlantici che avrebbero dovuto superare tutti gli altri per dimensioni, lusso e sicurezza. La costruzione fu affidata ai Cantieri Harland & Wolff di Belfast. |
La
costruzione del Titanic iniziò nel Marzo del 1909. Il nome,
così importante, sembrava adattarsi perfettamente alla sua mole
imponente. Forse qualcuno si ricordò anche di un libro
pubblicato appena quattordici anni prima, ma fra questi non ci furono,
con tutta probabilità, gli entusiasti promotori dell'impresa. Si
trattava del romanzo Futility
dello scrittore americano Morgan Robertson. In questo romanzo si
raccontava di una nave chiamata Titan che per dimensioni, potenza,
velocità, numero di passeggeri, numero di eliche, addirittura
numero di scialuppe, era incredibilmente simile al nascente Titanic.
Nel romanzo, in una coincidenza di eventi che molti hanno voluto
ritenere premonitori, il Titan, in una fredda notte di Aprile, urta
contro un iceberg e affonda rapidamente. Le scialuppe non sono
sufficienti ad accogliere tutti i passeggeri e le vittime sono
numerosissime. Il Titanic è completato e, durante l'allestimento, subisce alcune modifiche che ne aumentano la stazza. Alcuni contrattempi provocano ritardi e costringono a ridurre al minimo le prove in mare. |
Il 10 Aprile 1912 il Titanic, pavesato a
festa, lascia finalmente il porto di
Southampton. A bordo ci sono 2200 persone fra le quali la "creme" della società dell'epoca. E' la nave più grande e lussuosa del momento. Grande è l'orgoglio e forse eccessiva la fiducia nelle possibilità della tecnica. Molti la ritengono inaffondabile: cosa potrebbe opporsi ad un simile colosso tanto perfezionato? Il Titanic dirige verso New York. La velocità è di 20,5 nodi. Il mare è calmo. La temperatura molto bassa. Sono le 23.40 del 14 Aprile 1912. Improvvisamente scoppia la tragedia. Le vedette in coffa scorgono un iceberg dritto di prora a soli 400 metri di distanza. Scatta l'allarme, l'ufficiale di guardia ordina l'immediata accostata a sinistra e l'inversione del moto delle macchine. La distanza è troppo breve perché la nave riesca a manovrare, ed il tempo è troppo poco perché le macchine riescano a produrre effetti significativi sulla velocità della nave. |
Il
Titanic inizia l'evoluzione verso sinistra ma la sua carena struscia
contro la parte immersa dell'iceberg. L'urto spinge verso l'interno le
lamiere, che tranciano i chiodi, e si aprono numerose vie d'acqua per
una lunghezza di un centinaio di metri. Ne rimangono interessati ben
cinque compartimenti stagni che cominciano ad allagarsi. La nave non
era progettata per assorbire un simile danno ed inizia ad affondare. La gravità della situazione è rapidamente valutata e l'ordine di abbandonare la nave è impartito dopo solo mezz'ora dalla collisione. La nave, anche se un po' appruata, è ancora tutta illuminata e, soprattutto, riscaldata. Fuori fa freddo e i passeggeri, increduli, fanno fatica a convincersi a lasciare il Titanic per salire su quelle piccole imbarcazioni. Poi la situazione comincia a precipitare. Alla fine la poppa si solleva scaricando forze enormi sulle strutture di centro nave che cedono. Lo scafo si divide in due tronconi. Quello di prua precipita verso il fondo mentre quello di poppa, dopo una parziale rotazione, lo segue. Nella tragedia hanno perso la vita 1500 persone. Molte ancora intrappolate nei locali della nave, le altre, in mare, uccise dal freddo. |
Il
ritrovamento del relitto L'idea di ritrovare il relitto è stata coltivata a lungo ma solo nel 1985 il tentativo è stato coronato da successo. Il ricercatore statunitense dott. Robert Ballard, utilizzando una slitta attrezzata con fari e telecamere, ha ispezionato la zona del fondo nel quale si presumeva trovarsi il relitto finché ha individuato i primi riconoscibili rottami. Questa ricognizione ha consentito di verificare lo stato dello scafo, diviso in due parti, e scattare numerose fotografie. Il Titanic giace a 4000 metri di profondità in un punto situato a 49° 56' di longitudine Ovest e 41° 43' di latitudine nord. L'anno successivo lo stesso Ballard è tornato sul posto con il batiscafo Alvin ed è sceso sul relitto. Grazie al piccolo robot teleguidato Jason è stato possibile effettuare rilevamenti fotografici anche all'interno delle sovrastrutture e dello scafo. |
La
costruzione del modello Ho deciso di costruire il modello nel 1986 e di arredarne i quattro ponti superiori. Ho ottenuto, dal cantiere costruttore, quattro disegni ed una ventina di fotografie. Poi ho cercato libri, riviste e quant'altro potesse contenere informazioni ed immagini. La realizzazione dello scafo è stata abbastanza complessa soprattutto per la mancanza del piano di costruzione. L'arredamento dei locali interni è stato complicato dal fatto che tutte le foto erano in bianco e nero e solo grazie all'aiuto di un restauratore di mobili antichi ho potuto risalire ai colori dei diversi stili impiegati a bordo. I ponti superiori sono stati costruiti separatamente e in modo che si incastrino perfettamente fra loro. |
Terminata
la costruzione dello scafo e dei ponti ho fatto eseguire un accurato
rilievo fotografico di tutti i locali interni. Poi sono passato a
quella operazione che "tutti" mi hanno contestato: la chiusura del
modello. Solo raramente ho trovato comprensione per le mie ragioni. Il modello è stato costruito in legno ed il legno, con il tempo, si deforma. Non è possibile finire il modello. Se non si chiude è impossibile sistemare tante finiture esterne come il sartiame, i tiranti delle ciminiere e tutto quello che contribuisce a dare al modello l'aspetto "finito". Non è possibile continuare ad aprire e chiudere il modello, separando ogni volta i ponti, per far curiosare all'interno. Ogni volta si romperebbe qualcosa. |
Ma c'è un motivo più profondo e, credo,
più importante. Il Titanic rappresenta un mito. Nonostante il ritrovamento del relitto è ancora vivo il fascino che questa nave esercita. Non so se ho fatto bene ad andarci a frugare dentro: mi è piaciuto, mi sono divertito e, qualche volta, ho provato commozione. E sono proprio le emozioni il sale del modellismo. Ogni volta che aprivo il modello per farlo vedere a qualcuno mi sembrava di sottoporlo ad un dissacrante spogliarello. Quando ho cominciato a fare modelli "dentro" ho affermato che volevo andare a cercare l'anima della nave. Ma ora lasciamo che la sua anima riposi in pace anche in questa mia modesta realizzazione. |
Caratteristiche
tecniche del Titanic Lunghezza fuori tutto 882' 9" Larghezza fra le perpendicolari 850' 10" Larghezza massima 92' 6" Dislocamento 52.200 tonnellate Stazza lorda 46.300 tonnellate Potenza motrici alternative 30.000 HP Potenza della turbima di B.P. 16.000 HP |
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