La concorrente
White Star Line, una società a capitale
prevalente americano, ma che per ragioni di mercato conservava bandiera
ed equipaggi
inglesi, decise di rispondere con la costruzione dei transatlantici
della serie
Olympic. Queste navi avrebbero dovuto essere più grandi
delle concorrenti ed
offrire soprattutto lusso e sicurezza. La costruzione fu affidata ai
cantieri Harland
& Wolff di Belfast. La
serie doveva essere composta di tre navi gemelle: l’Olympic,
il Titanic e il
Gigantic. Il primo prestò regolare servizio per parecchi
anni, il secondo fece
la fine che tutti sappiamo, il terzo, cui fu dato il nome meno
pretenzioso di Britannic,
non divenne mai un transatlantico perché, colto dallo
scoppio della prima
guerra mondiale, fu allestito a nave ospedale e affondò nel
Mediterraneo
orientale.
Torniamo al
Titanic. La sua costruzione iniziò nel marzo del 1909. Il
nome, così importante,
sembrava adattarsi perfettamente alla sua mole imponente. Forse
qualcuno si
ricordò anche di un libro pubblicato appena quattordici anni
prima, ma fra
questi non ci furono, con ogni probabilità, gli entusiasti
promotori
dell’impresa. Si trattava del romanzo
“Futility” dello scrittore americano
Morgan Robertson. In questo romanzo si raccontava di una nave chiamata
Titan
che per dimensioni, potenza, velocità, numero di passeggeri,
numero di eliche,
addirittura numero di scialuppe, era incredibilmente simile al nascente
Titanic.
Nel
romanzo, in una coincidenza di eventi che molti hanno voluto ritenere
premonitrice, il Titan, in una fredda notte di Aprile, urta contro un
iceberg e
affonda rapidamente. Le scialuppe non sono sufficienti ad accogliere
tutti i passeggeri
e le vittime sono numerosissime.
Il
Titanic
è completato e, durante l’allestimento, subisce
alcune modifiche che ne
aumentano la stazza. La passeggiata coperta al ponte
“B” è eliminata e al suo
posto sono sistemati lussuosi appartamenti di prima classe, il
cafè parisienne
e le due esclusive suite con passeggiata privata.
Alcuni
contrattempi provocano ritardi e costringono a ridurre al minimo le
prove in
mare.
L'8
aprile 1912 il Titanic, pavesato a festa, lascia finalmente il porto
di Southampton. A bordo ci sono 2200 persone fra le quali la "creme"
della società dell'epoca. |