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HMS Victory
Vascello di linea di prima classe
Modello da scatola della Mini Mamoli

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Costruttore:   Pierpaolo Pesce
Periodo: 1765 - 1812          Scala  1:325
Questa scheda è stata preparata con la collaborazione del Costruttore del modello, visitatore del sito mitidelmare.it. Eventuali riproduzioni sono possibili soòo con l'autorizzazione del Costruttore.

Più sotto, dopo le fotografie, trovate l'articolo del costruttore del modello sulla HMS Victory


La HMS Victory è un vascello di prima classe, a tre ponti da 104 cannoni della Royal Navy, costruita nel 1760 su progetto di Sir Thomas Slade.
Smantellata nel 1800 fu ricostruita nel 1803.
Risiede nel suo bacino di carenaggio a Portsmouth come nave museo.
E' stata l'orgoglio della flotta britannica.
Prestò servizio nella Guerra d'Indipendenza Americana e nella Guerra Rivoluzionaria Francese.



L'imbarcazione si guadagnò il proprio nome nella Battaglia di Trafalgar, che vide il successo della marina inglese guidata da Nelson contro le flotte francesi e spagnole.

La Victory dopo Trafalgar partecipò ancora a numerose spedizioni, tra cui due campagne nel mar Baltico al comando dell'ammiraglio sir James Saumarez, che tenne bloccata la flotta russa e mantenne aperti i rifornimenti navali dalla Svezia.

Eccetto che per una breve scorta di un convoglio truppe in sostegno al duca di Wellington rimase nel mar Baltico fino al termine della sua carriera attiva, il 7 novembre 1812 quando venne tirata in secca nel porto di Portsmouth Harbour e usata come nave deposito.


Si dice che quando Thomas Hardy era il primo lord del mare disse a sua moglie tornando a casa di aver appena firmato un ordine per lo smantellamento della Victory e che questa lo rispedì immediatamente in ufficio ad annullarlo, sebbene probabilmente sia una storia apocrifa.

Nel secolo successivo la Victory si deteriorò lentamente mentre si trovava in secca.

Nel 1921, quando iniziò una campagna per salvarla con lo slogan Save the Victory Fund e sotto gli auspici della Society for Nautical Research, era in pessime condizioni.

Il risultato della campagna fu che il governo britannico accettò di restaurarla e di preservarla per commemorare Nelson, la battaglia di Trafalgar e la supremazia sui mari della Royal Navy durante e dopo il periodo napoleonico.












HMS VICTORY

nave di prima classe da 104 cannoni della Royal Navy

Preliminarmente, vorrei specificare a tutti che quanto sotto descritto è parzialmente tratto dalla prefazione del libro “HMS VICTORY - Her Construction, Career and Restoration” di Alan McGOWAN, curata dall’Ammiraglio Sir Michael Boyce (ex Comandante in capo della Flotta, nonché ex Capo di Stato Maggiore della Difesa britannica e Primo Lord del Mare), che ho avuto il privilegio di incontrare nel 1995, in occasione di una mia visita sulla HMS Victory in Portsmouth.

Nel 1995, Sir Michael Boyce era Secondo Lord del Mare e Comandante in Capo del Comando Navale nazionale e utilizzò la HMS Victory come nave ammiraglia. Il suo ufficio affacciava su questa magnifica nave da dove poteva osservare le folle di persone - giovani, anziani e turisti – tutte in fila per farle visita e da questo ufficio ha potuto seguire da vicino gli interminabili lavori di restauro necessari per preservare lo splendore originario di questa mitica nave. Spesso, utilizzava la cabina dell’Ammiraglio per intrattenere gli ospiti della Royal Navy, persone provenienti da ogni ceto sociale e da ogni angolo del mondo che per sempre ricorderanno questa occasione, tale è l’attrazione e l’impatto di questo esemplare di storia vivente.

In effetti, la Victory occupa una posizione unica per la Royal Navy e, si può dire, costituisce memoria indelebile ed una delle pietre miliari nella storia dell’Inghilterra. Lo status e la prosperità della Gran Bretagna, come potenza mondiale, dipendevano proprio dalla Victory e da navi come lei, unitamente agli uomini che vi prestavano servizio per assicurarle il potere marittimo strategico dell’epoca. Per gli uomini e le donne dell’attuale Royal Navy, invece, è più di una reliquia che segna un capitolo importante della loro storia. Per loro e per la nazione nel suo insieme, essa costituisce un ricordo vivente grazie all’uomo che vi ha vissuto e combattuto a bordo: il Vice Ammiraglio Lord Horatio Nelson.

Tutti gli inglesi, militari e non, ogni anno rendono omaggio alla vita e alla morte di Lord Nelson il 21 ottobre, occasione dell’anniversario della sua ultima famosa vittoria nella battaglia di Trafalgar e giorno in cui morì per mano di un cecchino della marina francese, che sparò dall’albero di maestra della nave Redoutable. All’alba di questo giorno, il Comandante in capo depone una corona sul ponte superiore della Victory nel punto in cui l’ammiraglio Nelson cadde ferito a morte. È una cerimonia commovente che lo onora come Uomo,  ma che rende gli Onori alle sue conquiste ed alla sua straordinarietà. In mare dall’età di dodici anni, divenne un eroe nazionale che, con le sue vittorie, assicurò un secolo di supremazia marittima alla Gran Bretagna, divenendo il più grande Ufficiale navale di tutti i tempi: la sua leadership, il suo ingegno, le sue capacità tattiche ed il suo coraggio costituiscono senza dubbio esempio da emulare e a cui tutti dovrebbero attingere.

Peraltro, non si può sottacere il fatto che la Victory detiene un record impressionante, non solo come nave ammiraglia di Nelson. I legni della sua prima chiglia furono posati nel 1759. Varata nel 1765, rimase in servizio attivo fino al 1812. Quindi, la sua carriera ammonta a circa quarantasette anni, un periodo raramente eguagliato da qualsiasi altra nave da guerra moderna. Per certi versi, rappresenta un’impresa ingegneristica straordinaria e testimonia le peculiari abilità dei maestri d’ascia del XVIII secolo che la costruirono.

Solo passeggiando per i suoi ponti, non si può non rimanere impressionati dalla complessità di questa straordinaria macchina da combattimento. In grado di rimanere in mare per mesi, fronteggiare tempeste, resistere ai danni di guerra, così come sostenere logisticamente il suo equipaggio di oltre ottocento uomini, era capace di fluttuare e navigare in condizioni di combattimento estreme, mettendo in campo il suo devastante arsenale di 104 cannoni con grande efficacia. Questa era la Victory! Questo, il suo scopo. E quando si sale a bordo, si è pervasi da un senso di austerità, respirando quel senso di organizzazione, di disciplina, di lealtà, di determinazione, di resistenza e puro coraggio: tutte cose e qualità che sono intrise nella sua struttura lignea e che ne fanno una grande nave quale essa è stata effettivamente.

Ma l’importanza della Victory si radica sul suo onorato servizio continuato, non solo quale nave da guerra più antica ancora in servizio, ma anche quale nave ammiraglia sede della bandiera del Comandante in capo del Naval Home Command e sul fatto che costituisce il fulcro dell’iniziativa Flagship dell’Arsenale storico del porto di Portsmouth. Insieme alle altre due navi storiche – la nave da guerra Tudor Mary Rose e la fregata corazzata a vapore da 40 cannoni  HMS Warrior – la Victory costituisce infatti uno dei più grandi monumenti al patrimonio marittimo di tutto il mondo.

Senza dubbio, grazie a queste eredità e alle antiche tradizioni, la moderna Royal Navy si è sempre distinta ed è stata ampiamente invidiata per la sua professionalità ed i suoi successi. Ma il vero ethos navale ha il suo centro di gravità proprio nell’eredità di Nelson e della Victory, due nomi che sono e sempre sono stati fianco a fianco nella storia. Non a caso, mi piace ricordare ed evidenziare una coincidenza significativa: il grande uomo è nato proprio lo stesso anno in cui l’Ammiragliato inglese ordinò la costruzione della sua futura nave ammiraglia.

In conclusione, si può asserire che gli eventi, le celebrazioni, i cimeli e i monumenti dell’anniversario contribuiscono tutti a sostenere la memoria di questa milestone, ma non c’è nulla che possa sostituire l’essere a bordo della nave in cui Nelson raggiunse la sua reputazione immortale o l’emozione di riuscire a crearne una riproduzione in scala.

Con questo modello in scala molto ridotta (oserei dire microscopica, essendo lunga solo 40 cm.), il mio intento è stato quello di avere un primo approccio da neofita al modellismo navale, ma soprattutto un banco di prova per la realizzazione del mio sogno: costruire una HMS Victory, in scala più grande, per il piacere di farlo, ma ancor più per rendere omaggio ed Onore a questo pezzo di storia.

 

Pierpaolo PESCE

Generale di Brigata (in Ausiliaria)