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HMS
Victory Vascello di linea di prima classe Modello da scatola della Mini Mamoli |
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Costruttore:
Pierpaolo Pesce Periodo: 1765 - 1812 Scala 1:325 |
Questa scheda è stata preparata
con la collaborazione del Costruttore del modello,
visitatore del sito mitidelmare.it. Eventuali
riproduzioni sono possibili soòo con l'autorizzazione
del Costruttore. |
Più
sotto, dopo le fotografie, trovate l'articolo del
costruttore del modello sulla HMS Victory |
HMS
VICTORY |
Preliminarmente,
vorrei specificare a tutti che quanto sotto
descritto è parzialmente tratto dalla prefazione del
libro “HMS VICTORY - Her Construction, Career and
Restoration” di Alan McGOWAN, curata
dall’Ammiraglio Sir Michael Boyce (ex Comandante in
capo della Flotta, nonché ex Capo di Stato Maggiore
della Difesa britannica e Primo Lord del Mare), che
ho avuto il privilegio di incontrare nel 1995, in
occasione di una mia visita sulla HMS Victory
in Portsmouth. Nel
1995,
Sir Michael Boyce era Secondo Lord del Mare e
Comandante in Capo del Comando Navale nazionale e
utilizzò la HMS Victory come nave ammiraglia.
Il suo ufficio affacciava su questa magnifica nave
da dove poteva osservare le folle di persone -
giovani, anziani e turisti – tutte in fila per farle
visita e da questo ufficio ha potuto seguire da
vicino gli interminabili lavori di restauro
necessari per preservare lo splendore originario di
questa mitica nave. Spesso, utilizzava la cabina
dell’Ammiraglio per intrattenere gli ospiti della Royal
Navy, persone provenienti da ogni ceto sociale
e da ogni angolo del mondo che per sempre
ricorderanno questa occasione, tale è l’attrazione e
l’impatto di questo esemplare di storia vivente. In
effetti,
la Victory occupa una posizione unica per la
Royal Navy e, si può dire, costituisce memoria
indelebile ed una delle pietre miliari nella storia
dell’Inghilterra. Lo status e la prosperità della
Gran Bretagna, come potenza mondiale, dipendevano
proprio dalla Victory e da navi come lei,
unitamente agli uomini che vi prestavano servizio
per assicurarle il potere marittimo strategico
dell’epoca. Per gli uomini e le donne dell’attuale
Royal Navy, invece, è più di una reliquia che segna
un capitolo importante della loro storia. Per loro e
per la nazione nel suo insieme, essa costituisce un
ricordo vivente grazie all’uomo che vi ha vissuto e
combattuto a bordo: il Vice Ammiraglio Lord Horatio
Nelson. Tutti
gli
inglesi, militari e non, ogni anno rendono omaggio
alla vita e alla morte di Lord Nelson il 21 ottobre,
occasione dell’anniversario della sua ultima famosa
vittoria nella battaglia di Trafalgar e giorno in
cui morì per mano di un cecchino della marina
francese, che sparò dall’albero di maestra della
nave Redoutable. All’alba di questo
giorno, il Comandante in capo depone una corona sul
ponte superiore della Victory nel punto in
cui l’ammiraglio Nelson cadde ferito a morte. È una
cerimonia commovente che lo onora come Uomo, ma che rende
gli Onori alle sue conquiste ed alla sua
straordinarietà. In mare dall’età di dodici anni,
divenne un eroe nazionale che, con le sue vittorie,
assicurò un secolo di supremazia marittima alla Gran
Bretagna, divenendo il più grande Ufficiale navale
di tutti i tempi: la sua leadership, il suo ingegno,
le sue capacità tattiche ed il suo coraggio
costituiscono senza dubbio esempio da emulare e a
cui tutti dovrebbero attingere. Peraltro,
non
si può sottacere il fatto che la Victory
detiene un record impressionante, non solo come nave
ammiraglia di Nelson. I legni della sua prima
chiglia furono posati nel 1759. Varata nel 1765,
rimase in servizio attivo fino al 1812. Quindi, la
sua carriera ammonta a circa quarantasette anni, un
periodo raramente eguagliato da qualsiasi altra nave
da guerra moderna. Per certi versi, rappresenta
un’impresa ingegneristica straordinaria e testimonia
le peculiari abilità dei maestri d’ascia del XVIII
secolo che la costruirono. Solo
passeggiando
per i suoi ponti, non si può non rimanere
impressionati dalla complessità di questa
straordinaria macchina da combattimento. In grado di
rimanere in mare per mesi, fronteggiare tempeste,
resistere ai danni di guerra, così come sostenere
logisticamente il suo equipaggio di oltre ottocento
uomini, era capace di fluttuare e navigare in
condizioni di combattimento estreme, mettendo in
campo il suo devastante arsenale di 104 cannoni con
grande efficacia. Questa era la Victory!
Questo, il suo scopo. E quando si sale a bordo, si è
pervasi da un senso di austerità, respirando quel
senso di organizzazione, di disciplina, di lealtà,
di determinazione, di resistenza e puro coraggio:
tutte cose e qualità che sono intrise nella sua
struttura lignea e che ne fanno una grande nave
quale essa è stata effettivamente. Ma
l’importanza
della Victory si radica sul suo onorato
servizio continuato, non solo quale nave da guerra
più antica ancora in servizio, ma anche quale nave
ammiraglia sede della bandiera del Comandante in
capo del Naval Home Command e sul fatto che
costituisce il fulcro dell’iniziativa Flagship
dell’Arsenale storico del porto di Portsmouth.
Insieme alle altre due navi storiche – la nave da
guerra Tudor Mary Rose e la fregata corazzata a vapore
da 40 cannoni HMS Warrior – la Victory
costituisce infatti uno dei più grandi monumenti al
patrimonio marittimo di tutto il mondo. Senza dubbio, grazie a queste eredità e
alle antiche tradizioni, la moderna Royal Navy
si è sempre distinta ed è stata ampiamente invidiata
per la sua professionalità ed i suoi successi. Ma il
vero ethos navale ha il suo centro di
gravità proprio nell’eredità di Nelson e
della Victory, due nomi che sono e sempre
sono stati fianco a fianco nella storia. Non a caso,
mi piace ricordare ed evidenziare una coincidenza
significativa: il grande uomo è nato proprio lo
stesso anno in cui l’Ammiragliato inglese ordinò la
costruzione della sua futura nave ammiraglia. In
conclusione,
si può asserire che gli eventi, le celebrazioni, i
cimeli e i monumenti dell’anniversario
contribuiscono tutti a sostenere la memoria di
questa milestone, ma non c’è nulla che possa
sostituire l’essere a bordo della nave in cui Nelson
raggiunse la sua reputazione immortale o l’emozione
di riuscire a crearne una riproduzione in scala. Con
questo
modello in scala molto ridotta (oserei dire
microscopica, essendo lunga solo 40 cm.), il mio
intento è stato quello di avere un primo approccio
da neofita al modellismo navale, ma soprattutto un
banco di prova per la realizzazione del mio sogno:
costruire una HMS Victory, in scala più
grande, per il piacere di farlo, ma ancor più per
rendere omaggio ed Onore a questo pezzo di storia. Pierpaolo
PESCE Generale di Brigata (in Ausiliaria) |