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U-Boot 995
I sommergibili tedesci nella seconda guerra mondiale
di Duilio Curradi

Articolo pubblicato dal trimestrale di scienza e tecnica n. 16 - Dicembre 2009
L'HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA

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Il modello
in scala 1:35
del sommergibile
realizzato da
Alberto Franelli
dell'A.N.V.O.

Guarda la
scheda del modello

I sommergibili tedeschi erano chiamati U-Boot, abbreviazione di Unterseeboot, che significava battello sottomarino.
Destinati ad attaccare il traffico mercantile, erano le unità da guerra più temute e odiate.
La Germania, all'inizio scettica nei confronti di questi battelli che riteneva inadeguati a compiere missioni a largo raggio, quando si convinse della loro utilità costruì, in breve tempo, una flotta consistente.
I sommergibili erano ritenuti un'arma subdola e sleale. All'inizio del XX secolo cominciavano ad allontanarsi i tempi in cui la nave in battaglia issava la bandiera più grande e affrontava il nemico a viso aperto. Ci si avviava verso quella terribile forma di guerra totale che provoca vittime soprattutto fra i civili.
Certo la vita su un sommergibile era molto difficile. In superficie il battello era sballottato dalle onde vicinissime alla torretta, gli spruzzi gelidi investivano di continuo gli uomini in plancia. In immersione c'era, è vero, più tranquillità, ma l'aria era umida e puzzolente, le strutture metalliche viscide e fredde, le cuccette strette come bare.
Nella prima guerra mondiale la Germania, i cui rifornimenti erano ostacolati dal blocco navale inglese, usò i sommergibili per effettuare un controblocco.
Nel maggio 1915 l'U-20 affondò il transatlantico inglese Lusitania provocando la morte di numerosi civili americani. Ci fu grande emozione, ma l'America entrò in guerra solo nell'aprile 1917, quando gli U-Boot, diventati sempre più pericolosi, stavano per costringere la Gran Bretagna alla resa.
Numerose furono le contromisure studiate. Fra queste le navi civetta (vedi riquadro), che conseguirono qualche risultato, e altre, quantomeno originali, come quella che, grazie a finti sommergibili che espellevano bocconi di carne da una sorta di periscopio, avrebbero dovuto insegnare ai gabbiani a riunirsi sopra un sommergibile vero, nell’attesa del pranzo, e quindi rivelarlo.
Ma l'offensiva degli U-Boot fu contenuta soprattutto dall'aiuto Americano. Arrivarono navi di scorta che consentirono l'organizzazione di convogli, mine con le quali furono sistemate barriere protettive e bombe di profondità per le operazioni di caccia e distruzione.
Nel corso della prima guerra mondiale la Germania costruì 355 sommergibili dei quali ne furono distrutti 178. Dei 13.000 uomini imbarcati ne morirono oltre cinquemila.
Gli U- Boot affondarono 5.000 navi e uccisero 15.000 civili.

La Germania fu sconfitta e il trattato di pace le impose di non costruire più navi di questo tipo. Le acciaierie Krupp trasferirono allora competenze e tecnologie all'estero dove realizzarono componenti che importarono segretamente.
Nel 1939, quando scoppiò il secondo conflitto mondiale, queste scorte consentirono il rapido allestimento di diverse decine di battelli.
L'U-30 affondò quasi subito il transatlantico inglese Athenia provocando la morte di 118 persone fra le quali 22 americani. Nella stessa Germania ci fu un forte risentimento che venne però superato dalla brillante azione dell'U-47 che riuscì a penetrare nella munitissima base di Scapa Flow dove affondò la vecchia corazzata inglese Royal Oak. Per fortuna degli Inglesi la flotta, segnalata dalla ricognizione tedesca, si era appena trasferita altrove.
Gli U-Boot tornarono ad essere considerati l'arma principale con la quale assediare l'Inghilterra privandola dei rifornimenti necessari al proseguimento del conflitto e alla sua stessa sopravvivenza.
Fra l'estate del 1940 e la primavera del 1941 fu raggiunta la media di 8 mercantili affondati per U-Boot operativo per mese. I sommergibili si distribuivano a pettine nell'Atlantico e, quando uno di loro avvistava un convoglio, chiamava gli altri e scattava la tattica di attacco simultaneo "in branco".
Gli alleati, con il contributo della potenza industriale americana che mise a disposizione un grande numero di mercantili, soprattutto del tipo Liberty (vedi riquadro) organizzarono meglio i convogli proteggendoli con navi scorta, più veloci e meglio armate, dotate del sistema di rilevamento ASDIC (vedi riquadro). Aumentò la copertura aerea grazie allo sviluppo delle portaerei e alla maggiore autonomia dei velivoli. Ma il fatto che più di tutti si rivelò decisivo per le sorti del conflitto fu la cattura dell'U-110 da parte del cacciatorpediniere inglese Buldogg. L'equipaggio tedesco, sotto attacco, lo abbandonò senza riuscire a distruggere i documenti e i codici segreti. Il comandante del caccia, che stava per speronarlo, resosi conto dell'opportunità, ordinò l'indietro tutta appena in tempo.  Fu così recuperata la macchina cifratrice Enigma (vedi riquadro) che consentì di decifrare i messaggi fra U-Boot e, di conseguenza, localizzarli e distruggerli.
Alla fine la flotta sottomarina tedesca fu pesantemente ridimensionata. Furono distrutti 789 battelli dei 1157 costruiti. Persero la vita 30.000 marinai sui 50.000 imbarcati. Per contro furono affondate, con il contributo di sommergibili italiani e giapponesi, 2828 navi alleate per un totale di 15.000.000 di tonnellate.
La Germania, oltre ai sommergibili di attacco, costruì U-Boot da trasporto e da rifornimento, Questi ultimi, chiamati "vacche da latte", rifornivano di gasolio i battelli impegnati in missioni di lunga durata.
Alcuni sommergibili giunsero a bombardare impianti petroliferi sulle coste Americane e furono allontanati solo dopo il potenziamento delle difese.
U-995
Sommergibile tedesco costruito nel 1943 dai cantieri Blohm e Voss di Amburgo. Apparteneva alla classe VII costituita da sommergibili atlantici molto manovrabili e in grado di immergersi rapidamente. Questa classe, della quale furono costruite 700 unità, costituì la componente principale della flotta che condusse la battaglia dell'Atlantico.
L'U-995 apparteneva alla variante VII-C della quale furono costruiti ben 577 esemplari.
Era lungo 67 metri, largo 6,2 e aveva un pescaggio di 4,8 metri.
La sua profondità operativa arrivava a 120 metri e quella massima a 300 metri.
Dislocava 760 tonnellate in emersione e 865 in immersione.
Dotato di due motori Diesel e due elettrici raggiungeva una velocità massima di 17 nodi in superficie e di 7,6 nodi in immersione.
Era armato con 14 siluri, 2 mitragliere binate e una mitragliera pesante.
Aveva un equipaggio di 44 uomini.
Operativo nei mari artici, affondò 5 navi per complessive 9.062 tonnellate.
Dopo la guerra fu assegnato alla Norvegia, ma tornò, successivamente, alla Germania che lo sistemò sulla spiaggia di Laboe, sul Mar Baltico, adibendolo a museo.
Il modello dell'U-995
Il modellista navale Alberto Franelli, Socio dell'A.N.V.O. - Associazione Navimodellisti Valle Olona (www.anvo.it), ha costruito un modello di questo sommergibile che, in scala 1:35, è lungo 1 metro e 92 centimetri.
Alberto voleva costruire un modello che riproducesse al meglio non solo le forme, ma il comportamento della nave vera.
Il risultato è stato certamente all'altezza delle aspettative.
Questo piccolo U-Boot, governato attraverso un radiocomando a 12 canali, può navigare sia in superficie che in immersione. L'immersione viene controllata attraverso una valvola di regolazione dello sfiato dell'aria. L'emersione avviene, invece, liberando, all'interno dello scafo, del gas in pressione che espelle l'acqua di zavorra.
Il sommergibile poi, grazie ai timoni di profondità, può navigare alle quote decise dal modellista/manovratore che lo potrà portare, ad esempio, a quota periscopica o a pochi centimetri dal fondo.
Ma il momento più spettacolare è quando il modello lancia i due siluri di prua e quello di poppa.
L'emblema
portafortuna
dipinto
sulla torretta
del sommergibile

Nave civetta
Mercantile di scarso valore sul quale venivano occultati alcuni cannoni. Oltre all'equipaggio di navigazione veniva imbarcato un equipaggio militare. Quando il sommergibile lo individuava, ritenendolo "indegno" di un siluro, emergeva imponendo l'arresto. L'equipaggio normale abbandonava la nave e si allontanava. Quando l'U-Boot si portava a tiro per affondare il mercantile a cannonate, entrava in azione l'equipaggio militare che, scoperti i cannoni, lo distruggeva prima che avesse il tempo di immergersi.

ASDIC
Ricetrasmettitore, fissato sotto lo scafo di una nave pattuglia, in grado di emettere impulsi ad alta frequenza che, rimbalzando sullo scafo del sommergibile, ne rivelavano la presenza e ne misuravano la distanza.

SCHNÖRCHEL
Tubo telescopico abbattibile che consentiva ad un sommergibile, in navigazione a quota periscopica, di aspirare l'aria necessaria al funzionamento dei motori Diesel. Di giorno il battello si manteneva ad una profondità di circa 60 metri. Di notte risaliva fino a -15 metri per far emergere lo Schnorchel e, avviati i motori Diesel, ricaricava le batterie. La velocità non poteva comunque superare i 6 nodi perché la scia provocata dallo Schnorchel diventava troppo visibile.

ENIGMA
Macchina cifratrice composta di una tastiera collegata elettricamente ad una serie di dischi rotanti. Usata per cifrare i messaggi fra le navi e la terraferma consentiva una serie quasi infinita di combinazioni.

Navi tipo Liberty
Navi da carico costruite in grande serie dai cantieri americani per trasportare rifornimenti in Europa durante il secondo conflitto mondiale. Furono costruiti 2580 Liberty del tipo base e 130 Liberty per usi particolari. Alla fine della guerra molte di queste navi andarono a ricostituire la flotta mercantile di molti paesi fra i quali l'Italia.

Guarda il modello del Liberty Golfo di Trieste realizzato dall'autore di questo articolo.