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Troppi incidenti, troppi invalidi, troppi mortiAlcune misure che cercano di ridurre questo drammadi Duilio Curradi |
Articolo pubblicato dal trimestrale Il Notiziario del Campeggio Club Varese - Maggio 2007 |
Se
ne è fatta di strada da quando, all’apparire delle prime
“carrozze a motore”, era obbligatorio farle precedere da un
pedone con campanaccio o da quando si gridò allo scandalo quando
fu adottato il parabrezza: ostacolo pericoloso in caso di urto. Purtroppo è stata una strada sempre più insanguinata. Abbiamo fatto bene a sentirci sgomenti quando dei pazzi hanno lanciato due aerei contro due grattaceli provocando tremila morti. Ma quanto siamo cinici nel considerare “normale” la perdita di oltre cinquemila vite umane, ogni anno solo in Italia, per non parlare dei feriti e degli invalidi condannati, spesso, a vivere il resto dei propri giorni su una sedia a rotelle. E molti di questi, purtroppo, sono giovani. Macchine sempre più potenti, con accelerazioni da brivido, alcool, droga, stordimento, sonno e stanchezza, senso di onnipotenza “riflessa” che risuona tanto più facilmente quanto più la testa è vuota. Fortunatamente, abbandonata l’idea di innalzare i limiti di velocità, si sta cercando di contenere questo drammatico fenomeno che ci riguarda tutti. Siamo “tutti” nella statistica, non ci sono solo gli “altri”! Proviamo ad elencare, qui sotto, alcuni dei provvedimenti che, speriamo, servano allo scopo. Guida in stato di ebrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. Provoca circa il 30% degli incidenti gravi. E’ prevista una sanzione che può arrivare fino a 24.000 Euro, l’arresto fino a 6 mesi, la sospensione o la revoca della patente, in caso di recidiva. In caso di condanna è prevista la confisca del veicolo. Uso del telefonino durante la guida (salvo l’uso del viva voce o dell’auricolare). Anche questa pessima abitudine provoca un grande numero di sinistri. La multa passa da 148 a 594 Euro ed è prevista la sospensione della patente per 6 mesi. Bolidi e neopatentati. Il periodo di “maturazione” prima di poter guidare vetture di grossa cilindrata passa da 2 a 3 anni. Durante questo periodo non si potranno superare i 100 kmh in autostrada e i 90 kmh sulle strade extraurbane e verrà raddoppiato il tempo di sospensione della patente. Eccesso di velocità. Aumento dei controlli, anche elettronici, inasprimento delle sanzioni con sospensione della patente fino a 18 mesi o revoca in caso di recidiva. Guida contromano. Chi inverte la marcia in autostrada o nelle superstrade, oppure percorre tratti di strada contromano, si vedrà revocare la patente di guida. Autisti di Tir. Dovranno rispettare rigorosamente i turni di riposo e le pause. In caso di infrazione le multe arriveranno fino 1.485 Euro e la patente professionale perderà 10 punti. Sulle dodici strade più pericolose i concessionari dovranno eseguire interventi in grado di migliorare la sicurezza stradale. Ma tutto questo potrà bastare? Certamente no. Il primo ingrediente è il buon senso e la buona educazione. Ben vengano gli inasprimenti delle sanzioni, probabilmente contribuiranno a salvare la vita a un po’ di persone. Ma se uno ragionasse un po’, quando decide di lanciare la macchina oltre i limiti di sicurezza, e pensasse che in caso di errore c’è la pena di morte, non sarebbe meglio? I consigli di guida si sprecano. Vanno dal controllo della vettura, dal motore ai freni, alla verifica dei pneumatici, al carico, ecc. Poi il controllo delle condizioni fisiche del guidatore: stanchezza, stato di salute, capacità sensoriali. Ma niente può valere più della volontà di considerare il viaggio semplicemente l’occasione per spostarsi da un posto all’altro, in condizioni di serenità. Via l’egoismo, la rabbia accumulata per chi sa quali motivi, le frustrazioni che non hanno nulla a che fare con la responsabilità della guida. Tutti questi ingredienti possono comporre una miscela esplosiva. Una volta, su queste pagine, abbiamo riportato uno slogan, letto per strada, che ci è piaciuto molto. Recitava: e’ meglio perdere un attimo di vita che la vita in un attimo. Pensiamoci. Vale almeno una riflessione. |