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Polacca veneziana

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Costruttore:   Galleni Romeo
Periodo:  XVIII Sec.          Scala  1:150
Questa scheda è stata preparata con la collaborazione del Costruttore del modello, visitatore del sito mitidelmare.it. Eventuali riproduzioni sono possibili solo con l'autorizzazione del Costruttore.


Nei tempi antichi, prima dell'Ottocento, la Polacca era uno dei più diffusi tipi di nave di medio tonnellaggio del Mediterraneo.
Durante il XVIII Secolo, la Polacca veneziana era una nave presente nella flotta marittima veneziana.
Veniva utilizzata come nave di scorta o come nave mercantile ed era utilizzata, principalmente, per proteggere le rotte marittime della Serenissima dai pirati dalmati, greci e turchi.

La sua caratteristica distintiva risiede nell'alberatura.
La polacca classica portava a prora una grande vela latina su un albero di trinchetto leggermente inclinato, aveva poi un albero di maestra con vele quadre, generalmente su tre ordini: trevo, gabbia e velaccio. L'albero di mezzana presentava un'altra vela latina e una vela di gabbia quadra.
La particolarità dell'attrezzatura "polacca" risiedeva però nell'albero di maestra, costituito da un unico tronco, senza né coffe, né crocette, né teste di moro.
Di conseguenza, era possibile far scorrere i pennoni di gabbia e di velaccio in basso fino all'incappellaggio delle sartie basse per ammainare o terzarolare le relative vele. Di contro c'era l'inconveniente che, in caso di danni subiti dall'albero di maestra, era necessaria la sua completa sostituzione.



Per questo motivo, dalle informazioni a noi pervenute, l'attrezzatura polacca non fu mai adottata su navi da guerra.
Per poter manovrare in assenza di vento era dotata di 4 o 6 remi su ogni lato.
Già nel 1800 la polacca era divenuta molto rara nei nostri mari.



Il modello riprodotto fa parte della collezione Amati, è lungo 450 mm in scala 1:150.
Ho lavorato alla sua costruzione dal 1992 al 1996. Per quasi 30 anni è poi rimasto incompiuto. All'inizio del 2024 ho ripreso la costruzione di pennoni, vele, manovre fisse e correnti, oltre al rifacimento completo del bompresso e della serpa che erano andati irrimediabilmente danneggiati durante i vari traslochi avvenuti negli anni.
Dedico la costruzione di questo modello a mio padre Giancarlo, che è stato un grande navigatore e amante del mare.