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Leudo ligure

Imbarcazione molto solida
utilizzata, prevalentemente,
nel Mare Mediterraneo

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Costruttore:   Fulvio Serù
Periodo:  1800-1900          Scala  1:35
Questa scheda è stata preparata con la collaborazione del Costruttore del modello, visitatore del sito mitidelmare.it. Eventuali riproduzioni sono possibili solo con l'autorizzazione del Costruttore.


Il leudo è stata un'imbarcazione molto solida, adibita prevalentemente per il tresporto nel mare Mediterraneo, ed aveva un dislocamento che variava dalle 15 alle 20 tonnellate.
Le sue origini sono tuttora incerte, a tale proposito ci sono due teorie. C'è chi parla di una trasformazione del liuto, uno scafo con due alberi a vele latine, che perdendo l'albero prodiero sarebbe stato trasformato gradualmente in leudo. Diversamente c'è chi sostiene che derivi da una imbarcazione spagnola il catalano. Il primo documento che contiene il termine "Laut" (1249) è appunto catalano.
Lo scafo del leudo appariva goffo e panciuto con la caratteristica forma a uovo, il bolzone dei bagli molto arcuato, ma in mare era sicure e manovriero.
Navigava con equipaggio ridotto, tendenzialmente membri della stessa famiglia, ed ormeggiava ovunque senza problemi.
La sua ampia vela latina era sostenuta da una lunga antenna ed era in grado di bordeggiare grazie all'albero fortemente inclinato verso prora.
Il lungo bompresso catturava tanto vento sulla prora e dava slancio e penetrazione allo scafo.
Con l'ausilio di molte persone, dove la spiaggia era sprovvista di argano, il leudo poteva essere alato in spiaggia.
La vela latina inferita ad una antenna composta, sostenuta a sua volta da un paranco di drizza era accostata all'albero per mezzo della trozza.
Completa la velatura il fiocco detto polaccone teso sulla parte prodiera da un'asta (bompresso) di circa 6 metri.
Per la guida della barca è usato un timone a calumo da formare una pinna di deriva.
Le mastre di stiva sono due, una a prora e l'altre, più grande, a poppa dell'albero.
L'equipaggio alloggiava a prora, nella cala delle vele. La camera padronale era posta a poppa con il soffitto rialzato grazie alla costruzione di una piccola tuga.




Caratteristiche:
Lunghezza fra le PP          15 - 16 m
Lunghezza massima ft       22 - 23 m
Larghezza massima           circa 5 metri
Forza motrice           vela latina 200/220 mq
Capacità di carico               25 - 30 Tonn.






Non è semplice descrivere in poche righe, quello che si è realizzato in tre anni di lavoro. Tutti i modellisti sanno che il lavoro manuale realmente impiegato non ricopre per intero questo tempo. Però tutti sono consapevoli che il pensiero, spesso e volentieri, ripercorre, e molte volte anticipa, quello che si dovrà creare. Detto questo, ciò che descrivo è l'approccio con il quale svolgo e costruisco la maggior parte dei modelli da me realizzati.
Il Leudo Ligure del 1800, o Rivano perché di Riva Trigoso, località della riviera di levante, è una barca utilizzata per il trasporto delle merci: legnami, olio, vino, sabbia, ecc.
In commercio non ho trovato tavole dei disegni per poterlo costruire, quindi "me sòn daetu da fà" (tradotto dal genovese "mi sono organizzato e ho fatto". Grazie ad internet ho trovato le linee d'acqua, foto e documenti che descrivevano ogni componente. Sommando ogni cosa ho realizzato il mio Leudo.
Con l'ausilio di AutoCAD ho disegnato quanto necessario per trasformare i disegni in profili di compensato.
Tornito albero, antenna e bompresso.
Per costruire le botti, ho tratto spunto dal sito AMN Magellano. Adeguando il progetto alle mie attrezzature costruttive.





Nel vostro sito "Profili delle navi a vela dal 1400 al 1900" sono presenti la Tartana siciliana e la Paranza napoletana. Mi sembrava importante che fosse presente anche il Leudo ligure.
La scala utilizzata è 1:35
La lunghezza f.t. è circa 50 cm











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