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Le giunche cinesi I modelli che ci portano nell'affascinante mondo dell'Estremo Oriente Articolo pubblicato dal trimestrale di scienza e tecnica n. 28 - Dicembre 2012 L'HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA |
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Quando
parliamo di giunche
cinesi, o ci capita di vederne un modello, la nostra fantasia ci porta
subito nel mondo affascinante dell’Estremo Oriente. Immaginiamo uno Stato immenso popolato da oltre un miliardo di persone. Le centinaia di paesaggi e architetture diverse. La grande muraglia, antico baluardo eretto a protezione dalle invasioni esterne. L’esercito in terracotta composto da oltre 6000 guerrieri. Il panda gigante e il capriolo d’acqua. Restiamo attratti da quegli aspetti, a volte leggendari, che contribuiscono a fare, della Cina, un paese in parte ancora misterioso. Aspetti che, con tutta probabilità, hanno “preso” quei modellisti che si sono dedicati alla riproduzione, in scala ridotta, di quelle particolari navi conosciute con il nome di “giunche cinesi”. |
Apriamo
un atlante alla pagina del “pianeta” Cina e ci rendiamo subito
conto di quanto siano lunghe le sue coste e sia sviluppata la rete di
fiumi e canali. Nel corso dei millenni le imbarcazioni hanno assunto forme e nomi diversi finché le Dogane Marittime Cinesi le hanno definite con il termine amministrativo “giunche”. Le giunche sono state usate, nel corso dei secoli, per ogni tipo di attività che si svolgesse sull’acqua: dal trasporto delle persone a quello delle merci, dalla pesca alla pirateria, dall’impiego militare all’uso abitativo, magari in raggruppamenti simili a villaggi galleggianti. Lo stesso Marco Polo rimase stupito dalle ottime caratteristiche costruttive e dalla confortevole sistemazione dei passeggeri. |
Una classificazione di questi
natanti è impresa ardua. Limitiamoci ad
una sommaria suddivisione in giunche destinate alla navigazione
marittima e a quelle utilizzate nelle acque interne. Fra quelle destinate ad affrontare il mare, di dimensioni maggiori, troviamo una prua a tagliamare, a volte molto inclinata, e una poppa a specchio, o arrotondata, in qualche caso a due ponti. Se invece osserviamo quelle che operano nelle acque interne, naturalmente più piccole, troviamo fondi piatti, bordi bassi ed estremità molto arcuate. Attenzione, però. Queste sono indicazioni molto generiche. Le giunche sono adattate all’impiego cui sono destinate e alle condizioni locali quali i fondali, le correnti, gli approdi, il clima. |
Le
giunche, che possono raggiungere anche le 400 tonnellate, sono,
nonostante le apparenze, molto robuste. A differenza delle navi europee, costruite partendo dalla chiglia, alla quale vengono fissate le ordinate che sostengono il fasciame, nelle giunche viene prima realizzato il fondo. Su questo vengono innalzati i fianchi e, all’interno, sono sistemate delle pareti trasversali che, oltre a fornire rigidità e robustezza allo scafo, gli forniscono la sicurezza della compartimentazione stagna. La tecnica dei compartimenti stagni fu adottata in Europa solo molti secoli dopo. Ma l’aspetto più interessante è costituito dalle vele. Costruite inizialmente con stuoie vegetali, poi in cotone, sono irrigidite con stecche di bambù. |
Questo sistema
consente loro di mantenere la forma
sotto la spinta del vento e ne facilita la manovra. Un po’ pesanti da
issare sono però facilmente ammainabili o riducibili. Con queste vele
le giunche riuscivano a risalire il vento meglio delle contemporanee
navi europee. Le giunche più diffuse hanno tre alberi, non sempre montati sull’asse longitudinale. Quello di poppa, infatti, è spesso sistemato sul bordo. Nelle dimensioni maggiori possono essere attrezzate anche con cinque alberi. Il sartiame è molto ridotto e gli alberi sono abbattibili. Il timone è unico e centrale. Di grandi dimensioni facilita la manovra. Anche questa caratteristica ha preceduto di molto le navi europee che utilizzavano un lungo remo laterale. |
Per quanto riguarda
la colorazione viene, di solito, rispettato il
colore naturale del legno. Le giunche vengono spesso decorate con
immagini suggestive e propiziatorie come draghi, soggetti floreali e
simili. Quantomeno vengono disegnati, ai lati della prua, due occhi in modo da aiutare l’imbarcazione “a vedere meglio”. |
Hang-Chow, capitale della provincia del Che-kiang, è una delle più importanti città della Cina. Sorge a 180 chilometri a sud-ovest di Shanghai ed è posta sulla riva sinistra del fiume Tsien-tang. Ha una popolazione di circa 500 mila abitanti. In questo articolo è illustrata una delle giunche tipiche di quella zona. |
Masconi: i lati della
prua. Mascone di Dritta e Mascone di Sinistra. Giardinetti: i lati della poppa. Giardinetto di Dritta e Giardinetto di Sinistra. |
I modelli riprodotti in questo articolo sono stati costruiti dai Effalli Enrico e da Zanaboni Gianfranco, Soci dell’ANVO - Associazione Navimodellisti Valle Olona - Castellanza www.anvo.it |