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Incrociatore Lanciamissili
Andrea Doria
|
Restauro
del modello eseguito da Soci A.N.V.O. di Duilio Curradi |
Articolo
pubblicato dal trimestrale di scienza e tecnica Dicembre 2008 L'HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA |
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degli articoli di argomento modellistico |
Questa
volta, più che parlare di modellismo, vi voglio raccontare una
«avventura
modellistica». Tutto è cominciato nel 2006 quando l'amico Gianni, socio dell'ANVO (Associazione Navimodellisti Valle Olona) di Castellanza, che mantiene contatti con ambienti della Marina Militare Italiana, ha saputo dell'esistenza di un modello di cantiere dell'incrociatore Andrea Doria. Si trattava di un modello lungo sei metri e del peso di 250 chilogrammi. Era a Roma, presso la caserma Angelo Paolucci, ed era in condizioni molto precarie. La Marina Militare non vedeva con favore l'idea di mandarlo alla demolizione. Sarebbe stato un vero peccato. Ma chi poteva farsi carico del restauro che si presentava assai complesso e, soprattutto, molto costoso? Bisognava, infatti, rimettere a posto lo scafo, seriamente deteriotato, e ricostruire tutte le parti mancanti o irrecuperabili. |
E' stato
a questo punto che l'idea di «metterci le mani » ha cominciato a farsi
strada
nella mente di diversi modellisti dell'ANVO. Per la verità non mancavano le perplessità. Erano chiare le difficoltà alle quali si sarebbe andati incontro. Ma quando la passione è tanta, ...e si è convinti che la fortuna aiuta gli audaci, decidere non è difficile. Si trattava di accettare una sfida con la determinazione di uscirne vincitori. Il primo problema era costituito dal trasferimento del modello da Roma ad un luogo dove i modellisti dell'ANVO potessero lavorarci. Grazie sempre all'intraprendenza di Gianni, che ha realizzato anche una robusta struttura di protezione e trasporto, si è resa disponibile una sala presso il Centro Civico Aristide Pirovano di Montesolaro, a Carimate in provincia di Como. Qui il primo colpo di mano. Spedita a Roma la struttura smontata, tre Soci dell'ANVO, nell'arco di una sola giornata, sono andati nella Capitale, hanno montato il tutto e, imballato e caricato il modello, hanno scortato il grosso furgonato che lo ha portato in Lombardia. |
I
migliori modellisti dell'Associazione, organizzati in un gruppo di
lavoro
che si è subito attivato, hanno rilevato quanto rimaneva del modello.
Poi si
sono messi alla ricerca di tutte le informazioni comunque
rintracciabili. Ma ecco sorgere altri problemi. L'incrociatore Andrea Doria è ormai radiato e la documentazione è praticamente introvabile. Inoltre la nave ha subito numerose modifiche, un po' per ammodernarla un po' per adattarla alle missioni operative alle quali veniva destinata. Allora via. A caccia di libri, opuscoli, pubblicazioni, vecchie foto. Tutto quanto potesse risultare utile per individuare e definire ogni piccolo particolare. Tutto è stato smontato. |
Lo scafo è stato
completamente sverniciato e riparato laddove
il trascorrere del tempo aveva provocato danni. I componenti recuperabili sono stati suddivisi fra i Soci che si sono addossati il compito di ripararli e «rimetterli a nuovo». Anche per quanto riguardava i pezzi mancanti il lavoro è stato suddiviso in base alle possibilità di ciascuno: io faccio le scialuppe, io i candelieri, io i cannoni e così via fino a coprire tutte le necessità. E gli elicotteri? Quali elicotteri. Ma si, sull'Andrea Doria erano imbarcati degli elicotteri. Ma di che modello erano? E allora avanti, alla ricerca anche degli elicotteri. |
E poi
gratta, stucca, rigratta, liscia e ristucca. Il tempo passa e torna
l'inverno. Ormai l'Andrea Doria sembra proprio un rottame. Ma finalmente, arrivata la primavera, con lo sbocciare dei fiori cominciano ad uscire dalle cantine e dai piccoli laboratori dei nostri bravi artisti, i primi pezzi riparati o ricostruiti. Piano piano la nave comincia a riprendere il suo colore originale. Vanno al loro posto le imbarcazioni, le torri con i cannoni, gli alberi con le antenne dei radar, le ancore. I caratteri in ottone, luccicanti e bordati di rosso, tornano a ricomporsi a poppa in un magico nome: Andrea Doria. |
Viene
rifatto l'impianto elettrico. Finalmente
il lavoro volge al termine. E' stata un'esperienza coinvolgente anche se non priva di ostacoli. L'impresa, coronata da successo, ha confermato la vitalità dell'ANVO ma, soprattutto, la validità del lavoro di gruppo. Il valore dello spirito associativo e della capacità di aggregazione di un impegno da affrontare insieme esprimendo il meglio di sé. Siamo all'epilogo. La nave è stata consegnata alle Autorità Comunali di Carimate. Questo Comune, che si è impegnato fortemente per sostenere il progetto, è ora proprietario del modello. |
L'ANVO lo porterà alle
Mostre alle quali capiterà di esibirlo. Oggi può
essere ammirato a Carimate, dove fa bella mostra di sé, protetto da una
grande
bacheca. Recentemente il modello è stato portato all'HOBBY MODEL EXPO che si è svolta a Novegro dal 26 al 28 settembre 2008. Qui, all'interno dello stand allestito dall'ANVO, è stato al centro dell'attenzione dei visitatori. La presenza di un modello come questo è certamente straordinaria. Un video illustrava le varie fasi del restauro. I Soci dell'ANVO si sono prodigati per raccontare questa esperienza e cercare di diffondere, fra i visitatori, l'amore per il modellismo navale. (Articolo redatto con informazioni ricavate dalla relazione ANVO e dal sito della M.M.l.) |
Scheda
tecnica dell`incrociatore lanciamissili Andrea Doria
(dal
sito della M.M.I. e dalla documentazione reperita) |
Impostazione : 1958 Varo : 1963 Consegna alla M.M.I.: 1964 Radiazione : 1992 Anni di servizio effettivo : 28 Miglia percorse: 577.000 Motto: Altius Tendam Dislocamento: 6.000 Tonn Dislocamento a pieno carico: 6.500 T Lunghezza f.t.: 149,3 m Larghezza: 17,2 m Immersione : 4,9 m Propulsione: 4 caldaie - 2 turbine - 2 eliche Potenza: 60.000 HP (44.742 kW) Velocità : 31 nodi Capacità nafta : 1.100 Tonn Autonomia : 6.000 miglia a 15 nodi Armamento: 1 sistema lanciamissili Terrier a due rampe 8 cannoni da 76/62 M.M.I. 2 tubi lanciasiluri MK anti/som. trinati per siluri leggeri 1 sistema lanciarazzi SCARLT a 2 rampe multiple 4 elicotteri Agusta Bell AB212-ASW (anti-som warfare) oppure 2 Sikorsky SH3 Sea King. Equipaggio: 47 Ufficiali, 437 Sottufficiali, Sottocapi e Marinai Comuni per un totale di 484 uomini. |
L'Andrea
Doria, costruzione 553, apparteneva alla classe Caio Duilio (due navi).
Di
nuova concezione, assicuravano la scorta con protezione antiaerea e
antisom a
formazioni navali. Le due unità vennero ammodernate con l'installazione dei primi sistemi automatici di direzione delle operazioni di combattimento. L'attività dell'Andrea Doria fu molto intensa e ricca di eventi. Varata il 27 febbraio 1963, ebbe come madrina la Signora Teresa Cavagnari, vedova dell'Ammiraglio d'Armata Domenico Cavagnari. Ricevuta la bandiera di combattimento dall'Ammiraglio Mario Bussola in nome del personale della precedente unità Andrea Doria, il 3 agosto 1964, dopo il primo lancio sperimentale di missili, prese il mare per una campagna addestrativa in estremo oriente, in occasione delle Olimpiadi di Tokio, rientrando il 5 dicembre dopo aver percorso 22.294 miglia al comando del Capitano di vascello Giuseppe Galluccio. Successivamente effettuò un'altra crociera addestrativa di 13.010 miglia in Sud America al comando del Capitano di vascello Claudio Celli. Quindi fu destinata a Taranto il 19 gennaio 1965. Da allora compì numerose e svariate missioni insieme al comando interforze del Mediterraneo. In particolare si distinse nell'esercitazione Iles d'Or del 1973 che le fece meritare il titolo di "Nave dell'Anno". Dal 1976 al 1978 fu fermata per lavori di conversione dell'apparato motore da nafta a gasolio e venne inoltre standardizzato il sistema di puntamento dei missili. Alla fine del 1978 fu di nuovo in oriente con le navi Vittorio Veneto e Stromboli per una missione umanitaria in favore dei profughi vietnamiti. Nel 1980 partecipò alle operazioni di ricerca ed identificazione del relitto del DC-9 dell'Itavia, inabissatosi nelle acque tra Ponza ed Ustica. Infine il 29 novembre di quello stesso anno attracca nel golfo di Napoli per soccorrere le popolazioni colpite dal terremoto dell'Irpinia. Trasferita come base da La Spezia a Taranto nel 1984, assume il compito di sede del comando della 2° Divisione Navale, partecipando alle missioni operative Libano 2 in supporto logistico al contingente terrestre inquadrato nella Forza Multinazionale di Pace. Nel 1986 partecipa all'operazione Girasole nell'ambito della crisi italo-libica di quell'anno. L'11 settembre 1992 vede l'ultima uscita in mare dell'Andrea Doria con a bordo lo staff della 2° Divisione Navale e al ritorno cominciano le procedure di messa in disarmo con un totale di 577.000 miglia percorse in tutti i mari del mondo. Il 30 settembre dello stesso anno viene attraccata al molo 23 della Stazione Torpediniere di Taranto e si svolge la cerimonia dell'ultimo Ammaina Bandiera in presenza dell'allora comandante in Capo del Dipartimento dello Jonio Centrale e del Canale d'Otranto, nonché dei 30 Ufficiali che si erano avvicendati al comando di questa prestigiosa nave nel corso della sua lunga ed impegnativa attività. |