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H.M.S. Victory
La nave più famosa della Royal Navy

Articolo pubblicato dal trimestrale di scienza e tecnica n. 24 - Dicembre 2011
L'HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA
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Facciamo un passo indietro nel tempo e saliamo a bordo della nave che fu di Horatio Nelson.
Indietro fino ad un certo punto, perché ancora oggi si può visitare questo vascello che è perfettamente conservato a Plimouth.
Per la nostra "escursione" ci imbarchiamo sulla Victory costruita da Roberto Ruggeri, il bravissimo modellista dell'A.N.V.O. che realizza ogni parte delle sue opere con cura maniacale dopo aver ideato l'attrezzatura necessaria.
Roberto ha ricostruito il Victory in scala1:96 usando compensato di betulla da 5 mm per la chiglia e le ordinate e legno di ramino per il fasciame.
La coperta è in noce di Mansonia. 
Gli alberi sono in noce di Mansonia, ramino e ottone.
Il modello si presenta com’era al momento della sua entrata in servizio.
La carena non è, infatti, rivestita in rame in quanto questa operazione, necessaria per proteggerla dalla teredine, fu eseguita dopo 14 anni.

La quinta Victory
Nella Royal Navy avevano prestato servizio quattro navi con il nome Victory. Quando l'ultima di queste affondò, provocando la morte dell'intero equipaggio, fu deciso di non usare più questo nome. Ma nel 1760 il nome fu reintegrato dal primo ministro William Pitt e assegnato alla nave già impostata sullo scalo del cantiere di Chatam.
La costruzione di questo Victory, che iniziò nel 1759 quando l'Inghilterra era in guerra con la Francia, durò sei anni. Dopo il varo la nave rimase in disarmo per molti anni finché, nel 1778, dopo il completamento, prese il mare come nave di bandiera del comandante della flotta della Manica, ammiraglio Augustus Keppel.
Il Victory, progettato da sir Thomas Slade, raggiungeva le massime dimensioni possibili per una nave in legno. La chiglia era lunga 48 metri e la lunghezza fuori tutto era di 69 metri. La larghezza massima era di 15,50 metri.
Per la costruzione dello scafo furono impiegati 2500 tronchi di quercia.

Andiamo a bordo
Immaginiamo che la nave sia pronta per partire per quella che passerà alla storia come la "Battaglia di Trafalgar".
Il suo scafo imponente, dipinto a strisce gialle e nere come voluto dall'Ammiraglio Nelson, incute soggezione.
Saliamo al ponte di coperta. Questo ponte, a differenza dei quattro sottostanti che sono continui, è interrotto al centro in modo da consentire la sistemazione delle imbarcazioni di servizio.
Su questo ponte contiamo 30 cannoni da 12 libbre e ne vediamo altri 10 sul cassero e 2 sul castello a prua.
A bordo ci sono 762 marinai e 57 ufficiali. Gli alloggi dello stato maggiore sono piccoli e modesti.
Nel ponte di batteria inferiore troviamo 28 cannoni da 42 libbre e in quello sottostante altri 32 da 24 libbre.
Ma quello che colpisce è il fatto che i marinai dormono fra i cannoni, in spazi ridottissimi, appendendo la propria amaca ai bagli sovrastanti. Come panche usano gli stessi cannoni e come tavoli delle assi provvisoriamente sistemate fra questi. Per i gabinetti sono disponibili tavole forate sporgenti a prua. Per lavarsi è disponibile solo acqua di mare.
Ancora più in basso troviamo i viveri per sfamare tutta questa gente per qualche mese. Ci sono 30 tonnellate di carne salata, 45 di gallette, 15 di legumi secchi e 2 di burro. Per bere ci sono 300 tonnellate di acqua e 50 di birra.
Naturalmente troviamo anche 35 tonnellate di polvere e 20 tonnellate di proiettili.
Torniamo in coperta. I tre alberi della nave consentono di spiegare 1600 metri quadrati di vele. Grazie ad un efficiente piano velico il Victory ha buone capacità di manovra e di risalita al vento ma, come tutti i vascelli di questo tipo, è piuttosto lento. La sua velocità, di circa 6 nodi, raramente arriva a sfiorare i 10.

La tecnica di combattimento
Il Victory era una "Nave di linea" di prima classe. I cannoni erano disposti lungo le murate e la massima potenza di fuoco era ottenuta scaricando sul nemico tutte le cariche disponibili.
Per questo motivo le navi di prima, seconda e terza classe, si disponevano in linea di fila (una bordata del Victory lanciava 500 kg di palle fino ad un miglio di distanza).
Nella battaglia di Trafalgar, però, Nelson diresse il Victory, seguito da altri 15 vascelli, verso il centro della linea delle navi franco-spagnole riuscendo a spezzarla. La manovra, molto ardita ed estranea agli schemi predisposti dall'ammiragliato britannico, ebbe successo e le navi inglesi uscirono vittoriose dallo scontro. Ma fu proprio nel corso di questa battaglia che Horatio Nelson perse la vita.

DATI TECNICI DEL VICTORY
Armamento: nave a tre alberi
Materiale: legno di quercia e olmo
Costruzione: 1759 -1765
Cantiere: Cantiere Navale di Chatam, Inghilterra
Lunghezza: 48 m (scafo) - 69 m  (fuori tutto, con bompresso)
Larghezza max.: 15,50 m
Pescaggio: 7,65 m
Dislocamento: 3.225 tonnellate
Superficie velica:  1600 m2
Velocità max.: 8 nodi
Potenza di fuoco 102 cannoni da 12 e 32 libbre
Equipaggio: 819 uomini

Horatio Nelson

Nato a Burnham Thorpe nel Norfolk, sesto di 11 figli, entrò in marina nel 1758 a soli 12 anni. Promosso tenente di vascello nel 1777 divenne capitano a vent'anni. Nel 1794, al comando dell'Agamennon in missione in Corsica, perse l'occhio destro. Successivamente, per un altro incidente, gli fu amputato il braccio destro.
Proprio mentre la battaglia di Trafalgar si risolveva in una vittoria fu colpito alla schiena morendo lo stesso giorno. Era il 21 ottobre 1805. È sepolto nella St. Paul's Cathedral a Londra.

La flotta A.N.V.O.

Il modello descritto in questo articolo fa parte della flotta dell’Associazione Navimodellisti Valle Olona che ha sede a Castellanza VA.
La flotta, che conta attualmente circa 250 modelli di tutte le epoche e di tutti i tipi, è in continuo sviluppo grazie alle nuove costruzioni e all'adesione di nuovi soci.
Il sito dell'Associazione è: www.anvo.it.
Il sito dell'autore di questo articolo è: www.mitidelmare.it