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Generatori di fumo
per modelli navali

Articolo pubblicato dal trimestrale di scienza e tecnica n. 39 - Settembre 2015
L'HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA
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Questa volta torniamo nel mio “mini cantiere”.
Vi voglio raccontare di un lavoretto che ho fatto per un mio amico che vuole costruire il modello di una grande nave passeggeri. Ha deciso di riprodurre il transatlantico francese Normandie, in scala 1:100, prendendo spunto da quello che ho già fatto io e che si trova ampiamente descritto sul sito www.mitidelmare.it.
Mi ha chiesto di costruirgli dei generatori di fumo da installare a bordo.
Ne ho approfittato per fotografare i vari passaggi e proporveli in queste pagine.

Per la verità una nave, se dispone di un equipaggio con dei bravi ufficiali di macchina, non emette fumo dalle ciminiere o, quantomeno, ne lascia uscire pochissimo. La presenza di fumo denota cattiva combustione sia che si tratti di navi provviste di caldaie che di motonavi.
Nel modellismo, però, il fumo fa parte della scena ed ecco, allora, la necessità dei generatori di fumo.
In commercio se ne trovano di già pronti ma, a parte il costo, non sempre rispondono alle esigenze del modello.
Io ne ho costruiti tre. Due saranno installati a bordo ed uno rimarrà di riserva.
Ho usato tre vasetti per omogeneizzati, naturalmente vuoti, come contenitori del liquido “fumogeno” e delle resistenze di ceramica da 5 Watt - 10 Ohm come elementi riscaldanti.
Poi ho utilizzato della lamiera di ottone dello spessore di 0,5 mm, dei tubetti, sempre di ottone, del diametro di 8 mm e tre piccoli ventilatori a 12 Volt.

Prima di tutto ho costruito il supporto delle resistenze che, fissato al coperchio del vasetto, deve sostenere due resistenze, collegate in parallelo. Deve essere fatto in modo da mantenerle sopra il livello del liquido e disperdere la minor quantità possibile di calore attraverso il coperchio.

L’ho disegnato con il PC e, dopo aver triplicato l’immagine, l’ho stampata su etichette autoadesive che ho incollato sulla lamiera.
Con il seghetto elettrico ho ritagliato con cura le tre strutture e poi, con una pinza, le ho piegate dove previsto in modo da ottenere le forme desiderate.

Questi supporti, fissati al coperchio del vasetto, devono sostenere le due resistenze di ceramica , collegate elettricamente in parallelo, qualche millimetro al di sopra del livello del liquido che verrà immesso nei vasetti.
Perché il liquido possa raggiungere, dal fondo del vasetto, le resistenze, ho cucito, intorno a queste, un pezzetto di stoffa che, per capillarità, ne assicura la risalita.
Per fissare la staffa al coperchio, ho saldato una vite nella sua parte superiore.

Poi sono passato ad attrezzare il coperchio.
Ho costruito dei dischi di ottone ai quali ho saldato due tubetti del diametro di 8 mm.
Uno serve per l’entrata dell’aria e l’altro per l’uscita del fumo.
Il diametro dei dischi deve essere un po’ inferiore alla bocca del vasetto. Non deve cioè impedire, al coperchio, di chiuderlo ermeticamente.
Ho forato il coperchio del vasetto in corrispondenza dei due tubetti e della vite di fissaggio.
Ho anche praticato due fori per il passaggio dei fili elettrici che alimentano le resistenze. Questi fori devono essere piuttosto precisi per evitare che parte del fumo esca dal coperchio attraverso questi passaggi.

Le due resistenze devono essere collegate in parallelo e alle due estremità devono essere fissati due fili di buona sezione. L’isolamento di questi fili sarà sottoposto, come ogni altro componente, ad una temperatura piuttosto elevata. Sarebbe meglio usare cavi con isolamento resistente al calore o, almeno, sistemarli in modo che non tocchino le resistenze o il supporto metallico.
Un piccolo accorgimento. Quando si fissa il supporto con le resistenze al disco, sotto il coperchio, è bene frapporre un pezzo di stoppino o altro materiale che riduca la dispersione del calore verso il coperchio.
Adesso dobbiamo costringere il fumo ad uscire dal vasetto.
Per questo ho utilizzato dei piccoli ventilatori a 12 V.
Ho costruito una piastra di ottone al centro della quale ho saldato un tubetto da 8 mm.
Poi ho preparato tre blocchetti di legno all’interno dei quali ho praticato un foro del diametro della ventola.
In questo modo ho realizzato una piccola camera fra la ventola ed il tubo.
Dopo aver montato il tutto l’ho collegato, attraverso un pezzetto di tubo di PVC, ad uno dei tubetti di ottone che escono dal coperchio.
All’altro tubo di ottone ho collegato il tubo in PVC che andrà verso la ciminiera.
Ho inserito nel vasetto, attraverso il tubo del ventilatore momentaneamente staccato, il liquido “fumogeno”.
Io uso una miscela così composta:
    40% petrolio lampante 
    30% olio di vasellina
    30% gasolio

Ho collegato i cavetti di alimentazione delle resistenze e del ventilatore ad una batteria da 12 V.
Per questi ultimi bisogna stare attenti alla polarità affinché il ventilatore ruoti nel verso giusto e spinga l’aria dentro il vasetto.
Probabilmente si renderà necessario intervenire sul fumo prodotto.
Alcuni variano la corrente di alimentazione delle resistenze in funzione della velocità del modello.
In pratica collegano i generatori di fumo in parallelo ai motori elettrici della nave.
Io ho preferito una soluzione più semplice.

Ho costruito un piccolo sportellino di alluminio che ho montato su una delle viti di fissaggio del ventilatore.
In questo modo posso variare la quantità di aria che entra nel vasetto e, di conseguenza, la velocità del fumo in uscita. Questa è una regolazione preliminare che non può essere modificata durante la navigazione.
 Attenzione. Le due resistenze producono molto calore e tutto il sistema scalda parecchio.
Oltre a fare attenzione a non scottarsi bisogna montarlo, a bordo, opportunamente protetto e lontano da componenti che possano venire danneggiati dalle temperature elevate.

La costruzione di questi generatori è illustrata anche in un video, che ho pubblicato su You Tube, con il titolo: “Generatori di fumo”.  Lo potete trovare anche attraverso il tasto “VIDEO” del sito www.mitidelmare.it

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