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In scala 1:100, lungo due metri, sessantotto centimetri e otto millimetri. E con una caratteristica: i quattro ponti superiori arredati fin nei minimi particolari.
E sì che quando Duilio Curradi nato ad Ancona, cresciuto a Camogli, diplomato all'istituto nautico e residente da tempo a Varese, ha visto per la prima volta le foto di Robert Ballard, a metà degli anni Ottanta, di testimonianze sul transatlantico ce n'erano ben poche.
Ma lui nel lavoro delle mani vede una ballezza. E con l'aiuto di appassionati del Titanic, ma anche di un restauratore per i colori - "alcuni dei quali sono approssimazioni", visto che le immagini erano tutte in bianco e nero - ha deciso di provarci: e alla sua produzione di modellini di navi ha aggiunto quella, appunto, del Titanic.
Diventato anche protagonista di documentari, "E che di miglia - sorride - ne ha percorse anche più della nave vera".
Nonostante tutte le difficoltà per realizzarlo, in primis la mancanza del piano di costruzione originale.
Per realizzarlo, tra ricerche, costruzioni, rifiniture, ha impiegato circa ottomila ore nell'arco di dieci anni.
Ma il suo nome era anche tra le collaborazioni di Alberto Angela per "la notte del Titanic", a cui ha fatto da consulente.
Ora vorrebbe portarlo al più presto in centri anziani e case di riposo, assieme a piccole conferenze che sono sempre stimolo di ricordi e racconti.
E da un'idea nata con l'ANVO, l'Associazione Navimodellisti della Vallle Olona di Castellanza, Curradi ha progettato anche una lancia baleniera ispirandosi alla forma dei gozzi liguri: un prototipo è già pronto.