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Bachem-Werke Ba 349 A “Natter”
Un aereo razzo tedesco della seconda guerra mondiale

Articolo pubblicato dal trimestrale di scienza e tecnica n. 34 - Giugno 2014
L'HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA
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Questa volta vi presentiamo un diorama. Andiamo ad attingere nella vasta collezione di Dino Dall’Asta, Socio dell’A.N.V.O. - Associazione Navimodellisti Valle Olona di Castellanza.
La scena mostra una specie di missile pronto al lancio. Scene simili a questa sono ormai familiari. Quante volte la televisione ci ha mostrato partenze di questo tipo: dai primi satelliti ai veicoli destinati alla luna, alle missioni con gli shuttle.
Ma qui vediamo qualcosa che risale alla seconda guerra mondiale. Ben sappiamo quanto la tecnologia tedesca si fosse sviluppata in quel periodo e come, finita la guerra, gli Stati Uniti e l’URSS si siamo impegnati per accaparrarsi i migliori scienziati tedeschi da impiegare per lo sviluppo delle proprie industrie aereo-spaziali e non solo.
Verso la fine della guerra lo scontro si era fatto particolarmente feroce. La Germania nazista si doveva ormai difendere sia da oriente che da occidente. Gli Alleati avevano messo in campo tutta la loro potenza industriale. Basta pensare che gli Stati Uniti, in quel periodo, riuscivano a varare ben quattro navi Liberty al giorno da destinare al rifornimento dell’Europa in guerra.
I tedeschi, da parte loro, “le studiavano tutte”. Cercavano anche di realizzare mezzi poco costosi, di rapida costruzione e che richiedessero personale ridotto e non particolarmente addestrato. Un esempio è dato proprio dal veicolo che si vede rappresentato in questo diorama.
Ma adesso lasciamo la parola a Dino, colui che ha realizzato questo lavoro.
Duilio Curradi
Il velivolo

Il Natter (Vipera) era un aereo razzo pilotato, progettato da Erich Bachem, prodotto verso la fine della seconda guerra mondiale per contrastare le pesanti incursioni dei bombardieri Alleati sul territorio tedesco.
Era un velivolo a basso costo, costruito in modo economico con struttura in legno che poteva essere montato in poco tempo, direttamente da diversi laboratori di falegnameria. Solo la cabina del pilota ed il motore erano in  metallo.
Il velivolo, sprovvisto di carrello, veniva lanciato verticalmente come un missile da una rampa costituita da un palo di albero di pino alto 21 metri, opportunamente attrezzato, con l’ausilio iniziale di 4 razzi a combustibile solido (booster) applicati sui fianchi, in coda. Sganciati questi propulsori dopo circa 15 secondi, l’aeroplano proseguiva per mezzo del motore a razzo principale a combustibile liquido, lo stesso che era montato sul caccia intercettore Messerschmitt 163 Comet.
Il volo propulso durava, complessivamente, circa 5 minuti, sufficienti al pilota per raggiungere la quota d’azione, puntare un bombardiere nemico e scaricargli contro la salva di razzi esplosivi di cui era dotato nella parte anteriore.
A missione compiuta, ed esaurito il combustibile di spinta, lo stesso pilota azionava il meccanismo per separare in due parti l’aereo: quella con il motore veniva paracadutata e recuperata, l'altra, quella con il pilota, andava persa nella caduta salvo il fatto che lo stesso pilota si poteva paracadutare e tornare nella zona di lancio per una successiva missione.
Le diverse rampe di lancio distavano tra loro di circa 50 metri.
A Kirchheim, a nord di Stoccarda, esistono ancora oggi alcune piattaforme circolari in cemento, con al centro un foro che serviva da ancoraggio per la rampa di lancio.
Questi i dati tecnici del velivolo: • dimensioni: lunghezza 6,02 m con apertura alare di 3,60 m
• peso max: 2.232 kg al decollo
• velocità max: 1.000 km/h in quota
• altitudine max: 12.000 m
• armamento: 24 razzi da 73 mm o 33 da 55 mm
• motore: Walter HWK 109-509A-2 - 4 booster ausiliari
• spinta: 1.700 kg

Il modello

Il kit della Revell, in scala 1:48, è ben fatto e non ho avuto particolari problemi di assemblaggio, se non una certa attenzione per il montaggio del palo e dei sostegni per via dei suoi numerosi piccoli pioli.
Ho solo sostituito la fune di carico perché troppo sottile e ho installato, nell’abitacolo, le cinture di sicurezza del sedile del pilota (della Brengun, non incluse nel kit).
Come da foto d’epoca ho preferito non installare il previsto cono sul musetto, anche per evidenziarne l’armamento dei razzi. Ho postato il cono stesso a terra sul sedile posteriore della moto cingolata.
Il velivolo era considerato un’arma a perdere e, di conseguenza, non portava le classiche croci della Luftwaffe, ma vistosi simboli geometrici sulle ali per una più facile rintracciabilità una volta “sceso” a terra.
Il diorama “In attesa del lancio”

Ho ambientato il Natter in periodo invernale, visto che il suo primo e unico impiego operativo è datato nel febbraio 1945, quindi con effetto neve.
Su una base quadrata in legno da 21x21 cm ho steso:
- strato di DAS color terracotta in maniera irregolare per simulare l’andamento del terreno;
- terriccio naturale fine fissato con colla spray;
- neve artificiale in polvere fissata con lacca di capelli (quest’ultima lascia inalterato nel tempo il colore bianco, a differenza della colla spray);
- gel acrilico brillante per simulare l’effetto di neve compressa, mista a terra e ghiaccio.
Dopo aver fissato, centralmente, la rampa di lancio con il Natter, ho inserito un masso ed un cespuglio naturali, unitamente ad alcuni bidoni e una tanica. Successivamente, per un maggior realismo e completezza, ho posizionato, come mezzo di servizio, il classico Kettencraftrad con relativo rimorchio della Tamiya ed alcuni figurini della stessa in varie posizioni, mentre il pilota che corre è della Andrea e l’ufficiale che sovraintende è dell’Alpine.

Bibliografia: David Myhra  “Bachem Ba 349 Natter” – Schiffer Military History 1999
http://www.atlasobscura.com/places/kirchheim-natter-pads